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Spagnuolo:” Nuova maturità, non servono sconti ai ragazzi”

Siracusa – Dal 2018 non sarà più richiesta la sufficienza in tutte le materie per essere ammessi all’esame di maturità, basterà avere la media del 6. Inoltre le prove scritte non saranno più tre ma due e non ci sarà più la tesina agli orali. È quanto prevede lo schema del decreto sugli esami di stato.

 

“La nuova maturità non solo non aiuta i ragazzi, ma li penalizza: la scuola sta venendo meno alla sua funzione educativa e questo decreto è l’istituzionalizzazione del 6 politico” dice Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy.
“Le nuove disposizioni per l’ammissione alla maturità mi sembrano preoccupanti: è come mettere il sigillo, da una parte, all’incompetenza di noi adulti a motivare e sostenere i giovani a studiare; dall’altra allo sbandamento dei giovani che non riescono a concentrarsi sul compito e a sentire la soddisfazione di portarlo a termine” continua l’esperta.

 

“In una società desensibilizzata come la nostra, i giovani hanno bisogno di ritrovare il senso di sé e la motivazione a esistere come cittadini che danno il loro contributo alla società. Il compito della scuola va sicuramente rinnovato, ma non serve alleggerire lo studio. La situazione dei giovani oggi è drammatica: sempre più ragazzi sono preda di atti impulsivi o di vissuti depressivi. La famiglia deve fare la sua parte, certo, ma la scuola non è meno importante – continua la dottoressa Spagnuolo Lobb -. Da anni il sistema scolastico non riesce a fornire linee pedagogiche chiare, capaci di incontrare i bisogni dei ragazzi. I programmi sono ancora pieni di contenuti che, per quanto importanti per la crescita e potenzialmente interessantissimi, vengono trasmessi con modalità dissociate dal vissuto degli alunni”.

 

“La nuova maturità non incontra il bisogno degli alunni che è quello di non annoiarsi a scuola, di essere guidati nella scoperta dei grandi temi culturali e nella conoscenza delle principali discipline, di trovare finalmente qualcuno che li valorizzi, che creda in loro e li faccia lavorare a pieno regime coltivando il desiderio di diventare cittadini attivi nella società in cui vivono. Non hanno bisogno di ulteriori sconti nella loro vita”.

 

 

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Giornalista