Siracusa- Iniziano martedì della scorsa settimana, con l’innalzamento improvviso della temperatura corporea e un forte mal di gola e debolezza diffusa, la paura e il disagio per una giovane mamma siracusana di 31 anni, J.N, che in balia del malessere si fa portare al pronto soccorso dell’Umberto I di Siracusa. Qui, secondo il racconto della sorella, viene dimessa con la diagnosi di tracheite e rimandata a casa. Intanto, il giovedì successivo alla dimissione il quadro clinico della donna sembra aggravarsi: ha difficoltà respiratorie, la temperatura ccontinua ad essere elevata e in più si riempie di chiazze rosse, in alcuni punti postulose. I familiari la riportano all’ospedale di Siracusa, dove stazionerà a lungo su una lettiga al pronto soccorso, dove è monitorata e le viene somministrata una flebo, probabilmente per reidratarla, per poi tornare a casa il sabato sera con una diagnosi di sospetto morbillo. La febbre, però, non scende, alle chiazze ormai diffusesi a macchia d’olio sul volto e sul corpo si aggiungono epistassi e perdite vaginali. La situazione preoccupa sempre di più l’ammalata e i parenti, che ieri hanno deciso di trasportarla al pronto soccorso del Cannizzaro a Catania. Qui, viene visitata al pronto soccorso, le vengono fatte delle radiografie polmonari, viene rilevato uno sversamento di liquido, ma la diagnosi precisa non viene ancora fatta. Intanto, almeno, dopo diverse ore per mancanza di posti letto, le annunciano il trasferimento in un reparto, dove la degenza sarà più comoda e meno stressante.
“Possibile- chiede la sorella- che nel 2018 per sapere cosa abbia colpito mia sorella dobbiamo attendere oltre 8 giorni, alcuni dei quali trascorsi parcheggiati su una lettiga in due diversi nosocomi? Siamo seriamente allarmati- denuncia- mia sorella aveva fatto gli esami per vedere quali malattie esantematiche ha già contratto e sembra che il morbillo l’abbia già avuto, quindi vorremmo capirci qualcosa. Da una settimana sta male e non ha ancora una diagnosi che le spieghi la natura del suo malessere. E’ assurdo non sapere che infezione o patologia l’abbia colpita, specie avendo precisato ai medici che a casa l’aspetta un bimbo di poco meno di un anno e che la stessa è stata a contatto anche con un nipotino di pochi mesi. Sarebbe fondamentale capire anche per seguire il giusto protocollo di profilassi”.
Intanto, la famiglia prega affinché non succeda nulla di brutto alla giovane paziente, che appare svilita dalla situazione di cui è purtroppo da più di una settimana protagonista. I familiari annunciano di voler fare chiarezza su questo caso che sembra paradossale, probabilmente facendo aprire un fascicolo all’autorità giudiziaria.
“Abbiamo diritto- spiega la sorella E. N – di conoscere le reali condizioni di mia sorella e lei di essere curata nel migliore dei modi, non dovendo subire oltre al malessere anche la tensione dell’incognita”.
Mascia Quadarella