Siracusa- In Italia gioie e dolori si condividono a tavola, che diventa luogo catartico dove accantonare i dispiaceri, soddisfacendo il palato, ma anche altare per suggellare i trionfi di ogni tipo. Ogni scusa è buona per banchettare, per abbandonarsi al piacere del buon cibo. Se un tempo l’opulenza era simbolo di benessere, fisico ed economico, oggi rappresenta un metro di misura inverso, opposto, che indica disagio, dissociazione forzata dai contemporanei canoni estetica, che fanno della magrezza sinonimo di bellezza, a cui omologarsi a tutti i costi e a qualsiasi prezzo. Da qui, l’esigenza spasmodica di liberarsi dei chili di troppo, con le conseguenti delusioni, specie quando il fai da te non dà i risultati sperati o quando ci si affida a pseudo professionisti che tradiscono ogni speranza di perdere peso corporeo pur millantando programmi miracolosi. Oggi la cultura del fisico, purtroppo, prevale su quella dell’intelletto e ingenuamente la gente, che sta male con se stessa, diventa preda di incantatori di serpenti, che propinano prodotti prodigiosi e trattamenti speciali, immettendo le persone fragili in un percorso che in molti casi non farà tagliare loro i traguardi sperati, ritrovandosi piuttosto al punto di partenza, a volte addirittura peggiorate e mortificate. A usare il teatro come luogo di “denuncia” satirica di questa spasmodica voglia contemporanea di migliorarsi , usando metafore ed ironia, è stato il regista siracusano Remo Romeo, che ha messo in scena con la sua compagnia teatrale amatoriale “Siparietto” al Museo del Cinema la commedia “Viva la panza e abbassu a dieta”, tutta in dialetto siciliano, coinvolgendo il pubblico intervenuto lo scorso fine marzo alla prima e alle repliche. Protagonista dell’opera teatrale è l’esilarante e furbo dott. Sbafoni, interpretato dallo stesso Remo Romeo,del cui staff fanno parte la dietologa dottoressa Magrelli e l’insegnante di ginnastica miss “Bonazza”. Sbafoni, incompetente, accusa dei loro insuccessi gli stessi pazienti, rei soltanto di essere caduti nell’indotto ingannevole di una società per azioni di ciarlatani, tra l’altro evasori. Particolarmente divertenti diventano le confessioni dei peccati di gola, di coloro i quali piuttosto che tenere i frigoriferi chiusi si sono dati alla pazza gioia, ingurgitando di tutto e di più. Gli effetti tecnici e la fotografia sono stati curati da Orazio Pistorio.
Mascia Quadarella