Siracusa- La cultura della legalità si fa strada tra i banchi di scuola. Le forze dell’ordine, infatti, escono dalle caserme e tengono “lezioni” pratiche nelle classi, creando un rapporto privilegiato di fiducia con le nuove generazioni, nel tentativo di formare coscienze civiche sane a contrasto di mentalità delinquenziali, ancora troppo diffuse e radicate nel territorio. Un metodo efficace, ormai rodato anche dai Carabinieri del Comando provinciale di Siracusa, che stanno esportando i valori dell’Arma e dei suoi uomini negli istituti didattici aretusei, coinvolgendo in tali attività anche gli alunni delle elementari, che riescono a cogliere l’esempio “eroico” di queste carismatiche figure amiche in divisa, pronte a correre in loro aiuto.
Nei giorni scorsi ad accogliere in aula il capitano Vincenzo Alfano e il maresciallo maggiore Antonio Cappuccio sono stati gli studenti delle quinte elementari della Paolo Orsi, che hanno curiosamente intervistato i loro ospiti speciali.
Diversi i temi trattati dai ragazzini con gli investigatori, avviando un dialogo costruttivo ed interessante: bullismo, mafia, giustizia.
“I ragazzi si sono preparati con cura ed attenzione le domande da formulare agli investigatori”- ha affermato la dirigente dell’Istituto Scolastico, Lucia Pistritto – ed i quesiti dei ragazzi, oltre a trattare temi investigativi e di attualità, riguardavano anche l’aspetto umano del carabiniere, domande spesso anche molto personali, alle quali il Capitano del il Maresciallo non si sono sottratti, ma anzi hanno risposto con grande passione ed un pizzico di emozione”.
“E’ stata una esperienza meravigliosa- ha confermato il Cap. Alfano, Comandante del Nucleo Investigativo Carabinieri di Siracusa – poter dialogare con i bambini e trattare in maniera profonda temi come mafia e legalità, vedere come nel loro cuore di bambino è già chiaro il senso di Giustizia.E’ stato un insegnamento soprattutto per noi. Il momento più emozionante è stato l’abbraccio finale dove gli alunni si sono raccolti attorno a noi per ringraziarci, ma in realtà siamo noi a dover ringraziare i loro insegnanti e la preside che ci hanno dato l’opportunità di vivere quest’esperienza”.
Mascia Quadarella