Siracusa- Era partita al Nord d’Italia con la speranza di superare anche quella dura prova: sconfiggere quel maledetto male oscuro che si era impossessato dei suoi polmoni e delle sue forze, irradiando fino alla fine chi ha avuto la fortuna di starle accanto con quel sorriso genuino, specchio della sua anima, che nonostante la morte del corpo ancora oggi combatte e non si arrende mai.
Irene Tilotta, 22 enne siracusana, stroncata due anni fa, il 9 maggio, da una neoplasia ai polmoni, di quelle che decretano la fine, se diagnosticate in fase metastasica, non si era rassegnata al “nulla da fare”, che più volte si era sentita pronunciare. Aveva provato terapie, anche in fase sperimentale, perché il “nemico” le toglieva energie, ma non l’ottimismo che questa piccola guerriera ha reso contagioso, trasformandolo anche post mortem in sacrificio da destinare a una causa comune, trasferendo un’eredità fatta di valori intramontabili e in richieste di un ambiente migliore in cui vivere.
Ad accendere i riflettori sul suo ricordo è la mamma Donatella, donna minuta, ma con una carica emotiva e un immenso amore per la vita, nonostante tutto, che ha fatto della sua perdita incolmabile motivo di un’ulteriore battaglia, quella per l’aria sana.
Si perché vuoi le cellule impazzite, vuoi le predisposizioni genetiche alla malattia, ma l’ambiente che ci circonda influisce, nel bene e nel male, sullo sviluppo di certe patologie e se si respira mal’aria prima o poi il danno arriva.
Donatella –dice con la voce spezzata da lacrime trattenute- qualcuno dà per scontato morire di cancro ai polmoni a 22 anni, ma non è così.
“Mia figlia conduceva uno stile di vita sano, era serena, piena di buoni propositi, la malattia è giunta silente e nel silenzio l’ha portata via da noi”.
Scrive una lettera alla sua amata figlia, Donatella, ci invita a pubblicarla e noi non possiamo che accontentare il suo desiderio, per salutare la nostra Irene, il cui volto emerge dalle magliette gialle che i suoi amici e parenti indossano durante i cortei antinquinamento.
Una testimonianza, tra le centinaia, purtroppo in provincia, per dire basta alla contaminazione dell’aria, delle acque, del suolo, per poter finalmente ripristinare un ambiente sano dove crescere e perché no…anche invecchiare…piuttosto che morire nel pieno della giovinezza….
Mascia Quadarella
“A mia figlia Irene”
di Donatella Saraceno
“Per il tuo diciottesimo compleanno ti augurai di aprire le tue ali e volare alto e di non permettere a niente e a nessuno di fermarti. Non intendevo “così” alto e di certo non avrei mai immaginato che fosse un cancro ai polmoni a spezzare le tue ali.
Avrei voluto strappartelo via dal tuo corpo con le mie mani, con tutta la forza che solo una madre può avere, ma é stata una lotta impari: ha vinto lui.
Lui… un mostro senza pietà entrato a casa nostra senza chiedere permesso, in silenzio, senza bussare. Non sei stata tu a cercare lui , ma è stato lui a trovare te e lo hai combattuto con tutte le tue forze.
Un mostro degno figlio di chi lo ha partorito: quelli cioè che hanno avvelenato tutto, in nome del progresso, per arricchirsi trasformando la nostra terra, in una terra di morte.
Eri famiglia, musica, libri, viaggi, concerti e sorrisi. Avevi solo 22 anni e tanti sogni ancora da realizzare, tra i quali.quello piú importante per una donna: volevi diventare mamma.
Tutto finito! Il cancro si é portato via tutto. Ha portato via te, che sei stata per me mia figlia, mia madre, mia sorella, la mia migliore amica, la mia forza.
A due anni dal tuo ultimo viaggio senza ritorno, sono qui a parlare di te per non dimenticare perché…” certe luci non puoi spegnerle”.
Ti amo mio piccolo uragano di vita”.