Siracusa -A Siracusa una chiesa di periferia, in un quartiere dormitorio caratterizzato da grosse sacche di povertà, quella retta dal direttore della Caritas diocesana provinciale, don Marco Tarascio, ha aiutato a sopravvivere alla crisi economica diverse persone, facendo sentire meno sole coloro le quali sembravano essere state abbandonate a se stesse dal destino e non lasciando disgregare quelle famiglie colpite dall’improvvisa perdita del posto di lavoro di chi produceva reddito utile a soddisfare le esigenze primarie dell’intero nucleo.
Sono stati i protagonisti di queste storie, tristi ma foriere di messaggi di speranza, oggi pomeriggio, ad aver invitato a destinare l’8 x mille alla Chiesa cattolica, nell’ambito della campagna di comunicazione della Conferenza episcopale “ Chiedilo a loro”. A questi uomini e donne, ma soprattutto ai bambini, quel poco dato è servito a trovare un minimo di serenità. Un gesto semplice ha consentito al parroco e ai volontari di dare un tetto a chi non l’aveva più, medicine e assistenza medica a chi non poteva permettersele, ma anche di provvedere a quelle spese extra, anche relative alle utenze base di luce e gas, che oggi mettono sotto sopra la stabilità di diverse famiglie, che a stento riescono ad apparecchiare le tavole, accantonando le bollette fino al distacco delle forniture.
Padre Marco Tarascio, l’omone imponente, dal sorriso consolatorio che tenta di smorzare le brutture della società, che affronta queste avversità assieme ai più deboli, nel corso della conferenza stampa, ha tracciato un identikit dei nuovi poveri: uomini prevalentemente. tra i 40 e i 50 anni, tagliati fuori dal mercato del lavoro, senza opportunità di reinserimento, che perdono fiducia in se stessi e nella vita, molte volte entrando in depressione. Ma anche donne sole con figli a carico, abbandonate dai mariti e dalle famiglie, e poi ancora dagli stessi figli.
Padre Marco e il suo esercito di volontari sono ogni giorno al lavoro per dare più che una mano, un pezzo di cuore e sostegno materiale e spirituale a chi si ritrova ad annaspare nel bacino dei disperati, tirando loro un salvagente e guidandoli fino ad una riva perlomeno sicura.
Sono tanti i problemi sociali che il territorio aretuseo presenta. In crescendo, purtroppo, la devianza e la dispersione scolastica: mali che si tenta di contrastare quotidianamente attraverso diverse iniziative, tra cui il doposcuola gratuito offerto ai più piccoli delle famiglie in difficoltà, ma anche il pagamento delle tasse scolastiche e universitarie e l’acquisto del corredo didattico, librario e di cancelleria, per chi non può permetterselo.
“Il problema reale sono i nuovi poveri- sottolinea don Tarascio – coloro che a 40-50 anni si sono ritrovati senza un posto di lavoro, senza la possibilità di pagare il mutuo della propria casa, di mandare i figli a scuola, sfrattati. Contiamo almeno mille famiglie con gravissime difficoltà – rende noto don Tarascio – ad una parte delle quali mancano periodicamente beni di prima necessità. Chi entra improvvisamente in uno stato di povertà la prima cosa che mette da parte è la salute. Per questo motivo abbiamo avviato anche una serie di iniziative per fronteggiare questa problematica dilagante: dalla fornitura di medicinali al coinvolgimento di amici medici che collaborano a titolo gratuito. Le emergenze registrate dai centri ascolto diocesani riguardano il reddito (96%), la scuola (91%), l’occupazione (86%), la famiglia (52%), l’abitazione (35%), poi salute, relazioni e dipendenze”.
Chi volesse ascoltare le storie attraverso le testimonianze dei protagonisti potrà farlo, cliccando questi link, che illuminano sull’importanza di piccoli gesti di solidarietà che salvano dal baratro chi si è trovato sul suo ciglio non per volontà propria.
Il link alla pagina dedicata al progetto siracusano su chiediloaloro.it