Lentini- Il deputato regionale del Pd, Giovanni Cafeo, ha voluto constatare di persona i danni arrecati dal maltempo nel Lentinese, recandosi ieri sui luoghi colpiti per un sopralluogo istituzionale, affiancato dal sindaco della città agrumicola, Bosco e da una delegazione di agrumicoltori. Questi ultimi e non solo quelli lentinesi rappresentano la categoria produttiva più colpita dagli eventi metereologici straordinari dei giorni scorsi. Intere colture e giardini d’arance e agrumeti vari sono andati distrutti, sotto l’acqua battente e dal fango delle piene.
“Quanto visto-ha dichiarato il parlamentare dell’Ars- sebbene già preparato dalle immagini diffuse dai mezzi di comunicazione e nonostante fossero trascorsi oltre tre giorni, mi ha lasciato davvero preoccupato. La devastazione e la furia della natura – continua- si sono abbattute con forza in quel territorio, provocando danni davvero incalcolabili sia alle infrastrutture pubbliche sia ai privati, lasciando in certi casi in ginocchio, i già vessati, imprenditori agrumicoli”.
“Tuttavia, nonostante l’eccezionale portata della pioggia caduta – spiega ancora Cafeo – è evidente che gran parte dei danni si sarebbero potuti evitare semplicemente attuando la normale manutenzione del territorio, avendo cura degli alvei dei corsi d‘acqua per evitare accumuli di sfalci e detriti facilmente trasportabili dalla forza dell’acqua e degli argini per aumentare la portata di fiumi e torrenti. Una serie di interventi che da tempo dovevano essere programmati, non soltanto a Lentini ma in buona parte della Sicilia, mai realmente avviati e sulle cui risorse non si comprende come si possa risparmiare, alla luce di quanto ormai, con cadenza regolare, accade all’inizio delle stagioni più piovose”.
“Non serve essere dei tecnici o degli indovini per prevenire cosa potrà succedere alla prossima pioggia – continua – visto che praticamente tutti i ponti di attraversamento di fiumi e canali sono ostruiti dai già citati detriti e che gli argini si trovano in una situazione quanto meno precaria; l’intervento straordinario in emergenza però, com’è lo strumento dello “stato di calamità”, sebbene necessario in questo caso, non può diventare il metodo ordinario per affrontare il problema del dissesto idrogeologico in Sicilia.
Al contrario – conclude Cafeo – è indispensabile pianificare per tempo, destinando le risorse necessarie, un piano di manutenzione regolare del territorio, in modo da limitare i danni da maltempo, certamente non annullabili ma sicuramente prevedibili e in questo modo almeno circoscrivibili”.