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“46 tentativi di lettera a mio figlio” Claudio Morici a Siracusa

Siracusa- Nell’epoca dei “bamboccioni”, degli adulti mai cresciuti o mai fatti crescere, delle famiglie disgregate, in guerra intestina o al contrario allargate, per geniale compromesso, forse  tutte troppo “digitalizzate” e protese al virtuale, più che al virtuoso, che rende tutto apparentemente più facile, chi diventa “genitore”, per scelta programmata o molte altre volte per caso, viene catapultato in una realtà “aumentata” di responsabilità che fa paura, genera ansia e fa commettere errori, tanti, come il non dialogo.
In questo contesto, di “auto-distruzione” sociale di massa, si inserisce la trovata teatrale di Claudio Morici, autore e attore capitolino, che tenta di rompere il silenzio che ha separato e contrapposto diverse generazioni, superando la “sindrome del foglio bianco” e tentando, per 46 volte , che coincidono con la sua età anagrafica, di scrivere una lettera al figlioletto,  però ancora non in grado di leggere avendo circa tre anni, per affidargli la sua testimonianza di vita, per  raccontarsi nella quotidianità presente, anche passata, per proiettarsi nel futuro, che rimane comunque un grande punto interrogativo.
Morici affronta, con la sua innata ilarità e originalità, argomenti che potrebbero anche diventare spinosi, se ci si riallaccia all’attualità, ma li rende commestibili e digeribili persino per il suo bambino, che una volta alfabetizzato metabolizzerà con estrema facilità i suoi “insegnamenti”, più o meno giusti, a tratti non “classificabili”, sulla “loro” e anche “nostra” vita.
Tra la leggerezza delle righe, dalle frasi dal linguaggio ibrido, un tantino sboccato e quindi strappa-sorrisi, frutto della commistione del “reminiscente” slang di  un ormai “vecchio ragazzo del muretto anni 80” e attuale babbo Super Saiyan, Claudio svela piccole o  grandi verità, pone l’accento sulle criticità comportamentali dei genitori di oggi, in balia dell’incerto e a volte poco rassicuranti, mossi però da una componente, un immenso e contagioso amore,  che non puo’ mancare in questo quadro relazionale spesso complicato, fatto e disfatto piu’ volte, alla ricerca di un equilibrio di forme e contenuti.
Il monologo accattivante, naturalmente interattivo, recitato in una scenografia simil “Toy Story”, ma de “noiatri”, dal sapore romanesco che condisce di simpatia, anche gli aspetti più bui o potenzialmente dolorosi del rapporto -padre figlio, reso difficile dalla separazione coniugale, sarà ospitato sabato prossimo, alle 20 a Siracusa,  in un incontro  aperto al pubblico di tutte le età,  ma rivolto in particolare a chi vive la genitorialità con qualche “giusta” perplessità.

 Lo spettacolo si svolgerà nel salone di San Paolo Apostolo, all’interno della parrocchia ortigiana, adiacente il Tempio d’Apollo.
Ad aver fortemente sollecitato l’artista ad esibirsi nel capoluogo aretuseo, quando l’unica tappa ufficiale in Sicilia del suo spettacolo era prevista a Palermo, almeno per questa fine stagione, è stato lo psicologo siracusano Giuseppe Lissandrello, con la collaborazione di Don Rosario Lo Bello, prete siracusano molto attento alle dinamiche e problematiche sociali.

Mascia Quadarella

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Giornalista