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Acli, accolto in massa l’invito alla riflessione al Santuario

Siracusa – Un ottimo stimolatore di coscienze sociali si è dimostrato  l’incontro di riflessione collettiva organizzato, dalle Acli, le Associazioni cristiane lavoratori italiani, ieri nella sala convegni del Santuario. L’appuntamento è stato seguito da una folta platea, interessata al dialogo su tematiche che riguardano la vita sociale del capoluogo, che pare brancolare nel buio, economico e etico. Una condizione di “afflizione” sintetizzata nel discorso di monsignor Salvatore Pappalardo, nel corso dei recenti festeggiamenti in onore di Santa Lucia, Patrona della città.  Parole, volte  a spronare dal torpore i siracusani, che secondo Padre Aurelio Russo, rettore del Santuario : “ Hanno un peso e che di certo non possono rimanere inascoltate”.

Mons. Giuseppe Greco, nel suo intervento  ha evidenziato come i due principali eventi che hanno segnato la vita cristiana della città nell’ultimo secolo, vale a dire la  lacrimazione del quadretto di Maria e la visita di San Giovanni Paolo I,  siano di fatto passati quasi nel dimenticatoio, ignorati da cittadini e istituzioni e in certi casi addirittura oltraggiati, considerate le condizioni dei luoghi simbolo di questi avvenimenti quali piazza Euripide e la Balza Akradina. “Il fondamento dell’etica è la fede – ha affermato mons. Greco – senza fede l’etica si smarrisce; l’etica è però l’anima della politica e se manca il rischio è l’arrivismo e quindi l’affarismo”. Una soluzione potrebbe essere, secondo Mons. Greco, un ritorno ad una formazione adeguata, a partire dalle scuole, ripristinando ad esempio l’educazione civica; inoltre l’unione delle forze sane del Paese, definite “slegate e troppo interessate al proprio orticello” dovrebbe essere il motore principale per una rinascita e una ricerca che miri a scovare e successivamente a sconfiggere le cause profonde della povertà, economica e morale, che attanaglia la nostra società.

L’abbandono dei valori cristiani intesi non in senso religioso ma come modello di vita è la causa, secondo Franco Luca, vice presidente Acli Sicilia, del senso di solitudine di cui gli individui sono ormai pervasi e che porta ad esempio la Svezia, nazione tra le più moderne e civili del mondo, ad avere un tasso di suicidi molto alto. La solitudine e l’egoismo si avvertono anche nelle famiglie, nelle quali i valori cristiani si trasmettono con sempre più difficoltà causando una crisi morale prima che economica; l’egoismo si trasforma dunque in affarismo in ambito politico, provocando odio “a cascata” (verso i politici, verso la burocrazia, verso gli altri, verso il diverso ecc). “La soluzione – ha concluso conclude Franco Luca – è quella di svegliare le nostre coscienze cristiane, anteponendo al profitto personale gli interessi generali”.

Sulla differenza fondamentale tra essere società ed essere comunità è intervenuto Marco Fatuzzo, responsabile per Siracusa del Movimento dei Focolari e già sindaco del capoluogo aretuseo. Fatuzzo  respinge l’idea che tutto il male di Siracusa sia racchiuso all’interno del Palazzo di Città: “Se pensiamo a quello che avviene per le strade, dove tre giovani, per gioco, danno fuoco ad un povero anziano, oppure a quanto accaduto a padre Carlo D’Antoni, già prosciolto da accuse infamanti ma messo in mezzo a vicende a lui estranee soltanto per aver concesso i suoi spazi per una festa di compleanno; a padre Rosario Lo Bello, fatto oggetto di vergognose accuse e allusioni via social, senza dimenticare l’esplosione delle case da gioco e dei centri scommesse concentrati proprio su quella piazza Euripide che ha visto esposto il quadretto lacrimante della Madonnina, allora ci rendiamo conto che anche questioni come “gettonopoli” o “firmopoli” assumono valenze diverse, seppur certamente non meno gravi”.

Siracusa, secondo Fatuzzo, è una società di fatto ma non ancora una comunità, perché i legami tra i cittadini sono puramente formali, privi di empatia. Quanto al dito puntato verso la politica, l’ex sindaco è molto chiaro: “ad oggi non mi risulta che i nostri rappresentanti siano nominati grazie ad un sorteggio quindi se c’è ancora chi viene eletto da oltre vent’anni è evidente che ci sono anche elettori che ne sostengono l’operato; questo modo di votare è un chiaro esempio di individualismo, per il quale la scelta elettorale non viene esercitata pensando al bene collettivo ma piuttosto al rapporto personale che lega l’elettore al candidato. In questo modo però – conclude Marco Fatuzzo – è davvero difficile comprendere le lamentele successive”.

L’ultima relazione è stata quella del professor Luigi Amato, ordinario di Estetica all’Accademia di Belle Arti di Palermo, che dopo essersi autodefinito “cattolico ghibellino” per le sue idee non sempre allineate, ha esposto un esauriente excursus sui principali avvenimenti storici che hanno condizionato la politica, l’economia e di conseguenza la società mondiale a partire dalla caduta dell’Unione Sovietica del 1989.

E’ il relativismo però, secondo il professor Amato, la piaga più grande e il più grande totalitarismo del 21° Secolo, mentre in politica i cattolici, seppur ancora molto presenti, sono diventati ininfluenti, soprattutto nelle grandi scelte di politica estera.

“I valori cattolici, anche intesi in senso laico, devono farci da filtro per la globalizzazione – ha spiegato Amato – e l’elemento comunitario, che ad esempio oggi si è manifestato, pur con le nostre differenze di pensiero, deve diventare il punto di partenza per la valorizzazione della libertà, intesa come elemento di consapevolezza”.

Al termine delle relazioni si è aperto un interessante dibattito che ha visto tra i protagonisti anche Salvo Notarrigo, presidente delle Acli Enna e già assessore alle Politiche Sociali del comune di Enna, Giovanni Cafeo, coordinatore del progetto RES e Dario Tota, consigliere comunale di Siracusa.

 

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