Avola- Presentazione, ieri, del “Report annuale 2018 sulla pedofilia e pedopornografia” dell’Associazione Meter, fondata e guidata da Don Fortunato di Noto, il prete avolese che da anni si batte per la tutela dei minori, accompagnando loro e le famiglie in un percorso di rinascita, che parte dalla denuncia al reinserimento in società, occupandosi soprattutto delle fasce sociali deboli, come quelle dei disabili, maggiormente esposti al rischio di cadere nelle trappole di malintenzionati e dei bulli.
L’azione di Meter ha consentito di bloccare, nel tempo, traffici di immagini, molte raccapriccianti, a sfondo sessuale di cui protagonisti erano addirittura neonati, o bambini nei loro primi anni di vita.
Meter usa per contrastare questa piaga planetaria, che offende il senso dell’umanità oltre a infliggere le pene dell’inferno alle vittime, lo stesso mezzo che ormai usano i pedofili per lo scambio di immagini e per il traffico di esseri innocenti: internet.
Lo strumento di adescamento e diffusione del materiale pedopornografico, ma anche vagone espresso del cyberbullismo, rimane la rete.
Il pedofilo agisce online, ed è online che viene scovato dai tecnici e volontari dell’associazione, che poi li denunciano alle forze di polizia, con i quali ormai la collaborazione è ordinaria ed efficace.
Ciò che emerge da questa “caccia” ai pedofili è anche in questo resoconto dello scorso anno un bollettino di guerra.
I dati
Nel 2018 sono stati monitorati: 14.179 link; 3.053.317 foto; 1.123.793 video, 234 chat.
Il fenomeno della pedofilia secondo i dati raccolti dall’associazione coinvolge ben 33 nazioni.
In Italia i domini sospetti passati al setaccio e poi denunciati sono stati 71.
6.388, invece, i link allocati in Europa scoperti e segnalati.
Il centro ascolto ha seguito 177 casi (122 di provenienza siciliana) di cui 36 per relazioni familiari disfunzionali; 22 per abuso sessuale nel passato; 18 per problematiche legate alla rete; 18 per disturbi d’ansia; 17 per problemi della sfera sessuale; 13 per tossicodipendenza; 12 per bullismo e cyberbullismo; 11 per grooming (adescamento in rete da parte di adulti che giocano sulla manipolazione psicologica); 8 per sospetto abuso sessuale; 7 per abuso sessuale; 5 per disturbi del comportamento; 4 per pedopornografia; 2 per ludopatia; 1 per adescamento; 1 per maltrattamenti in famiglia;1 per prostituzione minorile; 1 per violenza domestica)
Sono state altresì ricevute 692 richieste telefoniche (451 provenienti dalla Sicilia). 5.614 sono stati gli studenti incontrati e 277 gli incontri di formazione tenuti.
Molto attenzionato dall’associazione, attraverso la somministrazione di sondaggi conoscitivi e incontri nelle scuole e nei luoghi di aggregazione, il fenomeno del cyberbullismo, spesso messo in atto da minori su propri coetanei, con conseguenze nefaste per la psiche delle vittime, specie quando in rete vengono fatte girare immagini intime.
“I numeri – commenta Don Di Noto- ne siamo consapevoli, non raccontano tutto: la realtà è sempre più orribile”.
Mascia Quadarella
foto:Vincenzo Leonardi/Kikapress