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Reale: “Tornano le bombe, si sveglino le istituzioni”

Siracusa –Oltre a colpire il titolare e i familiari della paninoteca distrutta, questa notte,  dall’esplosione di una bomba, tra l’altro innescata  in pieno centro abitato e a un orario in cui la città non è deserta,  il gesto criminale colpisce tutta la collettività. Purtroppo l’episodio   è il segnale chiaro e certo che a Siracusa l’orologio della legalità va indietro di venti anni, quando la criminalità organizzata soffocava impunemente la città e le bombe scoppiavano a ritmo settimanale”. A commentare il fatto di cronaca registrato questa notte a Siracusa, in via Luigi Cadorna, è il gruppo politico di Progetto Siracusa. Il portavoce, Ezechia Paolo Reale, esprime così la solidarietà alle vittime dell’attentato dinamitardo ma anche l’indignazione della cittadinanza per un percorso all’indietro che sta facendo la civiltà nel capoluogo.

“Non domandarsi – sottolinea Reale-  come è stato possibile giungere al punto di rischiare di perdere nuovamente una libertà dal crimine organizzato conquistata con sangue, impegno e rinunzie di più generazioni di cittadini siracusani sarebbe inaccettabile viltà.Girare, anche questa volta, lo sguardo altrove sperando che la prossima volta non tocchi a noi ci riconsegnerà, uno alla volta, a quel mondo di paura e di mancanza di regole che chi ha vissuto gli anni ottanta e novanta in Sicilia non può certo aver dimenticato”.

“Non si tratta  – continua- solo di non lasciare sole le vittime, nei modi e nelle forme che una collettività cosciente e solidale saprà esprimere, ma di pretendere che abbia termine l’approccio burocratico ed inefficace delle istituzioni all’estendersi di un’illegalità diffusa ed ostentata”.

“Il senso comune che sempre più si diffonde – costata Reale con l’occhio attento del penalista-  è quello che chi ha dalla sua parte la forza può ottenere più di chi confida nel diritto”.

“La sfiducia nelle istituzioni e l’incapacità  – afferma- di queste ultime di dare risposte pronte e condivise ai problemi sociali e di sicurezza personale dei cittadini è stato, e rischia nuovamente di essere, il punto di forza delle aggressioni criminali alle collettività, rese inerti da quella sfiducia e da quella incapacità”.

“Le istituzioni, nel loro complesso, hanno perso  – dice Reale- la capacità di distinguere, e far distinguere, il bene dal male, il giusto dall’ingiusto; non hanno avuto la capacità, di fronte ad esigenze di legalità avvertite come importanti ed urgenti dalla collettività, di fronteggiare gli eventi con fermezza e tempestività, rifugiandosi dietro il tranquillizzante, lungo e narcotizzante approccio burocratico agli eventi che diluisce nel tempo qualsiasi risposta, crea il grigio fumo ove tutti sono eguali ed indistinti, disorienta l’opinione pubblica e, in definitiva, seppur involontariamente spiana la strada alla criminalità violenta”.

“Poi – continua-  tornano a scoppiare le bombe e la burocratica indifferenza delle istituzioni mostra tutti i suoi limiti”.

“Tanti, forse troppi, sono gli esempi di risposte mancanti e di attese deluse e ciascuno di essi si presterebbe, se citato, a posizioni divisive e contrapposte che oggi sarebbero dannose ad un consorzio civile che deve affrontare unito un’emergenza che sperava di non vedere mai più riapparire.

Di fronte alle bombe non bastano civismo e volontariato, servono istituzioni capaci e coraggiose, disposte ad un impegno straordinario”.

 

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Giornalista