Siracusa- Messaggio di fuoco al giornalista Gaetano Scariolo, cronista di nera del Giornale di Sicilia e corrispondente di note agenzie di stampa, a cui stanotte è stata incendiata l’auto.
Un atto che fa indignare la categoria professionale e la società civile pulita, quella che ancora dà valore e rispetto alla parola, scritta e pronunciata, da chi nel ricostruire i fatti mette alla base conoscenza, deontologia e usa il giusto metodo. Insomma, quel mix di competenze e abilità che fa di un giornalista un uomo libero.
Un uomo che ogni giorno racconta scene e retroscena anche degli ambienti più scomodi e “pericolosi”, in questo caso di quelli malavitosi e dunque può dar fastidio. E allora va in qualche modo frenato, da chi dalle parole, da quelle verità ricostruite con scrupolo, attenendosi alle fonti ufficiali, alla lettura degli atti, alle trascrizioni delle intercettazioni, si sente “offeso” o “minacciato” e deve imporre il silenzio.
I tentativi di intimidazione o di ritorsione iniziano, spesso, così, con una tanica di carburante versata sulla vettura e data alle fiamme, per incutere terrore, timore nella vittima, affinché “non lo faccia mai più”…non parli ancora, ma che molte volte nei professionisti sortisce l’effetto contrario e per fortuna …anche quello domino tra colleghi.
Un uomo, infatti, se libero è, e ha scelto una professione che lo porta spesso a camminare su campi minati, libero continua a restare, anche di fronte al fuoco e alle minacce.
Per questo i giornalisti siracusani, questa mattina, prima per voce dell’Assostampa, a cui si è unita anche l’Agirt, poi ciascuno da ogni singola bacheca dei propri social, hanno gridato lo sdegno per un atto tanto vile, quanto inutile, testimoniando la loro vicinanza al collega colpito.
Al coro dei cronisti si è unito anche quello delle istituzioni, dei sindacati, della politica.
Gaetano Scariolo è un giornalista molto conosciuto e apprezzato in città, perché, seppur giovane, appartiene alla vecchia scuola professionale, quella fatta di conoscenza del territorio, di confronti ordinari con le forze dell’ordine, che gli consentono di arrivare prima sulle notizie, approfondendole e restituendo panoramiche sulle vicende criminali che potrebbero indispettire i protagoniti, ma che offrono informazione puntuale e dettagliata ai lettori, alla gente che ha voglia di conoscere le dinamiche delinquenziali che caratterizzano il territorio in cui vive.
Al collega cronista la nostra redazione esprime piena solidarietà, aspettando di leggerlo con la stessa tenacia e sagacia di sempre.
Mascia Quadarella