Siracusa- A distanza di qualche giorno dalla presentazione del rapporto sulla “Sostenibilità del polo industriale siracusano nell’anno 2018”, si fa sentire la voce dei “Verdi” che confutano diverse delle tesi sostenute da alcuni dei relatori.
Un intervento come precisa il coordinatore cittadino del gruppo politico, Salvo La Delfa, che mira soltanto a fare chiarezza, evitando di fare ulteriore confusione sull’argomento, che finalmente sta a cuore non soltanto agli ambientalisti ma soprattutto ai cittadini che vivono nell’area del Sin e non solo.
“Bisogna mettere da parte- dichiara come premessa La Delfa- interessi politici ed economici e porsi come obiettivo la Salute e il benessere di tutti”.
Un obiettivo, che stando al referente dei Verdi, ma anche esperto di chimica, materia di cui è insegnante, lontano dall’essere centrato, almeno da quello che sarebbe emerso dal dibattito dei giorni scorsi.
“Andiamo con ordine- entra nel dettaglio La Delfa- l’ingegnere Corso, durante la presentazione del rapporto, ha insinuato il dubbio che i miasmi avvertiti dalla popolazione non sarebbero prodotti dalle aziende del petrolchimico, individuando come possibili fonti di emissione delle sostanze odorigene non propriamente precisate, discariche o depositi costieri, che dovrebbero trovarsi nella zona nord, nelle vicinanze del petrolchimico, dalle quali verrebbero rilasciati odori tipici di biogas. L’ingegnere Corso- sottolinea La Delfa- dovrebbe ricordare che l’odore di biogas è molto diverso da quello che avvertiamo noi nella zona, dimentica, altresì, che le centraline ambientali della zona rilevano sostanze che non possono essere imputate ad una discarica, ma che sono frutto dei processi produttivi del petrolchimico. Non sarebbe il caso di continuare a verificare se nel petrolchimico è tutto a posto anziché puntare il dito altrove”?
“Per le emissioni diffuse – continua La Delfa, invocando risposte certe- parla nel rapporto di coperture di vasche con liquidi, di sistemi di recupero e di doppie tenute e cappucci sui serbatoi. Questi accorgimenti sono stati applicati a tutte le vasche, sono state applicate, come prevede la BAT41, anche per i serbatoi che contengono liquidi non abbastanza volatili, altobollenti, con uno sfiato che non deve essere in aria ma di tipo blow down?”
Per le emissioni convogliate, si chiede ad ARPA chi analizza i dati dei monitoraggi in continuo delle emissioni dei camini e delle torce, questi valori sono tutti nei limiti.I controlli di Ispra e Arpa sono fatti tutti e che risultati danno i controlli periodici, “a sorpresa” dei camini e delle torce?”
“Nel rapporto di sostenibilità – incalza l’esponente dei Verdi- si evidenzia la diminuzione delle emissioni di CO2, SOx e NOx tralasciando invece di riportare le variazioni che si sono avute per quanto riguarda gli idrocarburi non metanici (NHMC) e il solfuro di idrogeno (H2S) e derivati. Basta confrontare i rapporti della qualità dell’aria degli ultimi anni, e non risulta difficile comprendere come le medie giornaliere massime per gli NMHC e l’H2S siano sempre state molto alte (superiori rispettivamente ai valori di 200 ug/m3 e di 7 ug/m3) in tutte le centraline ARPA e Libero Consorzio. compresa la centralina Acquedotto che dovrebbe essere il “bianco” della zona. E’ vero – precisa La Delfa- che questi inquinanti non sono normati, in quanto l’articolo 21 della legge 155/2010, solo per una questione tecnica aveva abrogato i limiti imposti dal DPCM dell’83 ma questo non significa che erano stati abrogati gli inquinanti, che risultano presenti sempre in abbondanza come i dati di tutte le centraline mostrano. Rimane ancora aperta la questione dei valori alti di Arsenico (e di Cadmio) riscontrati in questi anni e su cui si stanno facendo ulteriori verifiche.
Chiusa questa parentesi, La Delfa snocciola, sconfessandone buona parte, gli interventi di altri relatori presenti all’incontro.
Il presidente della Regione Musumeci – dice La Delfa- ha dichiarato la possibilità di ridiscutere il Piano della qualità dell’aria, indipendentemente dalla decisione del TAR del 28 novembre, e di fatto non tenendo conto del notevole lavoro fatto da ARPA Sicilia, dalle prese di posizione di alcuni sindaci siracusani e di fatto autorizzando ad un allungamento dei tempi di implementazione a questo piano”.
La Delfa, poi, avrebbe riscontrato qualche incongruenza tra le dichiarazioni del sindaco di Priolo Pippo Gianni e quelle del Responsabile del registro tumori dell’Asp Anselmo Madeddu, entrambi medici.
“Gianni – scrive La Delfa- nel suo intervento, ha detto testualmente, riferendosi ai malati di cancro che si spostano per le cure in ospedali del Nord “ …perché vorremo morire qui anziché andare a morire in Toscana, perché questi morti non ci sono nel report dei tumori che facciamo perché muoiono fuori”, dichiarando che il report del Registro dei Tumori non tiene conto dei siracusani ammalati e morti fuori Sicilia, dichiarazione in netto contrasto con quanto affermato da sempre da Anselmo Madeddu. In questo caso è quindi necessario fare chiarezza, Gianni o Madeddu dovrebbero smentire se stessi o smentirsi reciprocamente”.
“Le parole hanno un senso- conclude La Delfa- è una provincia dove queste parole sono usate per fini politici, elettorali, economici, ma dovrebbero essere usate sempre con la massima cautela”.