Siracusa- Il nuovo anno trascina con sé le tribolazioni e i disagi di quello appena archiviato per i lavoratori della catena alimentare Fortè, che anche a Siracusa ha un suo punto vendita, attorno al quale ruota la stabilità occupazionale di una ventina di addetti.
Gli animi dei lavoratori e dei sindacalisti , chiamati a tutelarli, si sono ulteriormente “esacerbati” dopo la diffusione di “voci di corridoio” che mormorerebbero- stando alla denuncia della Filcams, la sigla di categoria della CGil- di disparità nei trattamenti economici dei lavoratori a seconda del supermercato in cui sono assunti. “Addirittura- si legge nel comunicato stampa diramato dalla Cgil- alcuni dipendenti avrebbero ricevuto un acconto sulle spettanze pregresse e sulla quattordicesima, mentre gli altri lavoratori sarebbero rimasti a bocca asciutta”.
” Addirittura – continua la nota- pare che in alcuni punti vendita della Sicilia occidentale siano stati autorizzati i lavoratori a prendersi il l’incasso delle giornate”.
“ Storie inaccettabili – dichiarano il segretario generale della Filcams Alessandro Vasquez e i rappresentanti dei lavoratori Sergio Tuccitto e Alessandro Bologna-. Una proprietà assente e livelli di esasperazione portati al limite. Incredibile pensare che pure in una situazione del genere l’azienda adotti due pesi e due misure. Da oggi ricominceremo lo sciopero ad oltranza nei punti vendita di Siracusa, Noto, Pachino e Canicattini Bagni”.
“Come Filcams CGIL di Siracusa – concludono- temiamo che la vertenza possa avere anche ripercussioni di ordine pubblico e ci riserviamo qualsiasi iniziativa volta alla tutela dei lavoratori. Non servono elemosine, bensì serve un piano serio di rientro delle spettanze, che ammontano ad oltre sei mensilità. In alternativa, i nostri iscritti non sono più disposti a lavorare gratis. Pretendiamo di essere convocati immediatamente dopo l’udienza al tribunale di Ct di giorno 7 e che questa riunione venga svolta presso gli organi di competenza, anche al fine di contrastare ulteriori comportamenti poco chiari della proprietà. Le Prefetture di competenza si occupino seriamente del problema sociale che questa azienda ha creato negli ultimi mesi e la politica regionale non si senta estranea alla vicenda.”