Siracusa- “Apprendiamo, dai social network, che è stata avviata una raccolta di firme per l’intitolazione di una via cittadina alla memoria di Eligia Ardita, vittima assieme alla propria figlioletta Giulia che portava in grembo, di femminicidio. Interveniamo perché, rigorosamente, assieme al padre della compianta giovane, Agatino Ardita e alla Fondazione Eligia e Giulia Ardita, da tempo, abbiamo avviato un iter per l’intitolazione alla dolce infermiera siracusana del plesso scolastico di via Calatabiano, che si affaccia sulla via su cui si trova l’appartamento nuziale di Eligia e che fu, purtroppo, teatro della sua morte. Immobile che la famiglia Ardita ha intenzione, tra l’altro, di donare proprio all’istituzione scolastica attigua per farne luogo di sensibilizzazione”.
A parlare è il Comitato Scuole Sicure di Siracusa. D’accordo con il padre di Eligia, Agatino Ardita.
Il Comitato informa che le istituzioni locali e la dirigenza scolastica coinvolte hanno avallato, da tempo, la proposta di intitolazione, la cui documentazione, dopo aver ricevuto pareri positivi a livello locale, adesso si trova al vaglio del Ministero dell’Istruzione”.
“Avremmo voluto rendere pubblica l’iniziativa – spiega il direttivo del Comitato- ad approvazione avvenuta, in modo da stabilire la data, insieme agli enti competenti, per la cerimonia di intitolazione e la consegna della targa”. Inoltre, la famiglia Ardita, pur grata dell’interesse e dell’affetto mostrati nei confronti delle care Eligia e Giulia, auspica che in futuro tutte le iniziative intraprese in loro memoria vengano condivise, interpellando preventivamente i genitori e la sorella, in modo da non sovrapporsi tra di loro e rendendone vane alcune”.
“La realizzazione di questa scuola- spiega Agatino Ardita – la mia Eligia l’ha seguita, dalla demolizione alla ricostruzione. Eligia sognava di accompagnare al suo ingresso la piccola Giulia. Averla a vista d’occhio dal balcone di casa la rassicurava già, proiettandosi in quel futuro che è stato negato ad entrambe le nostre bambine. L’idea nostra è quella di donare alla scuola anche l’attiguo appartamento, il cui 50% di proprietà è in fase di sequestro al coniuge, per farne un piccolo museo, con i segni della vita e della morte di Eligia, inclusi gli evidenti rilievi dei Ris. Questo, per far capire ai ragazzi, da piccoli, che devono tenere sempre le mani a posto e che non ci devono più essere vittime di femminicidio”.