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L’odissea dell’attesa per un tampone, la denuncia di una coppia di siracusani

Siracusa- “La tensione sta salendo, la pazienza si sta esaurendo, lo spirito di resilienza annientando. In poche parole non ce la facciamo più ad aspettare per essere sottoposti a un tampone che ci riveli se siamo o meno affetti da Coronavirus. Nell’attesa, indefinita ed infinita, rimaniamo in balia della febbre e di tutti i sintomi che ci fanno presagire un potenziale contagio, che dovremmo contrastare con il paracetamolo”. A parlare sono un 47 enne siracusano G.B, impiegato di banca, quindi, esposto al contatto con il pubblico e la compagna M.V, 43 enne, in servizio in una clinica privata. La loro odissea, molto simile a quella di molti altri italiani in questo momento di emergenza sanitaria, inizia giorno 26 febbraio, come denunciano gli stessi. “Avvertendo i primi sintomi simil- influenzali, ma di un’influenza particolarmente aggressiva, con febbre alta, dolori al petto chiedono aiuto attivando, via mail e telefonicamente, i canali comunicati dalle autorita’ per essere visitati. Soltanto ieri, dopo che la donna si sarebbe collassata finalmente è arrivata in casa loro un’ ambulanza del 118 con cui è stata trasportata in ospedale. Qui, è stata sottoposta ad una tac toracica, dalla quale non è emersa, per fortuna, polmonite interstiziale. La paziente, dunque, sarebbe stata rimandata a casa in attesa del tampone che doveva essere eseguito pare questa mattina. ” Oggi però spiega G. B nessuno si è fatto vedere e sentire e noi continuiamo a stare male. Ma dobbiamo rimanere senza respiro prima di ricevere un’assistenza completa? Ho mandato mail informative e di denuncia a tutti, anche a sua eccellenza il Prefetto”. La gente se non muore di Coronavirus rischia di morire di paura. Per fortuna i miei figli vivono con la mamma, dalla quale sono separato- spiega g. B- e quindi non metto a rischio la loro incolumità, ma penso a quei lavoratori esposti che sono costretti a vivere la quarantena con il patema di essere potenzialmente contagiosi”. ” Vi giuro- conclude la chiamata- sto tremando e non sono una persona facilmente suggestionabile. Ho un dolore lancinante al petto, ma la temperatura poco superiore alla normalità, però ho visto la pressione della mia compagna scendere e salire vertiginosamente durante questi giorni, il suo cuore e quello mio di riflesso sembrano scoppiare. Spero che questo incubo finisca e che questa emergenza venga gestita meglio. Intanto, mi auguro che ci sottopongano al tampone quanto prima, se i polmoni della mia compagna sembrano liberi, dei miei non posso dire altrettanto, perché a me la tac non l’hanno fatta e nemmeno le radiografie. Ammetto…ho paura”.

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Giornalista