Siracusa- Eccessivi ritardi nell’esecuzione e nella consegna dei referti dei tamponi alle persone che si trovano in isolamento fiduciario, o a quelli che presentano sintomi riconducibili al Coronavirus o a quanti hanno bisogno dell’esito che confermi la guarigione dal Covid-19 per riprendere in mano la propria vita sono lamentati, ormai tutti i giorni. Le denunce viaggiano veloci e convulse sui social, essendo questi ultimi, diventati i canali di denuncia più immediati usati dalla gente comune, assieme ai giornali online che gli offrono una cassa di risonanza.
A ritornare sull’argomento è l’ex consigliere comunale Michele Mangiafico, che si è reso molto attivo durante questa emergenza, anche attraverso alcune donazioni di DPI e di alcuni telefoni cellulari e Sim dedicate per consentire ai ricoverati dei reparti Covid del territorio di poter rimanere in contatto con i propri familiari.
“E’ una situazione drammatica -sottolinea Mangiafico- quella che stanno vivendo tantissimi cittadini a Siracusa in isolamento obbligatorio e fiduciario per coloro che rientrano da fuori o che presentano sintomi da Covid 19. A lanciare l’allarme è Michele Mangiafico, a seguito di tantissime segnalazioni arrivate che esprimono disagio e malcontento. Il lasso di tempo in isolamento stabilito dal ministero della Salute è di 14 giorni, che vanno vissuti chiusi in una stanza, abolendo qualsiasi tipo di contatto sociale e cercando di mantenere un ambiente pulito. Certamente una condizione non piacevole, ma necessaria. Al termine di questi 14 giorni, sempre secondo le linee ministeriali, coloro che sono stati in isolamento devono effettuare il tampone e, a seguito di risultato negativo, possono essere liberi di circolare nell’ambito delle misure anti contagio. Ebbene, a Siracusa questi 14 giorni sono diventati per qualcuno 20,30,40. Una situazione difficile sia per coloro che hanno scelto di prendere un monolocale in affitto, garantendo l’isolamento dai parenti, sia per coloro che vivono in casa con altre persone e che devono rientrare sul posto di lavoro. Ad oggi si guarda tanto alla Fase 2, ma il quadro dei positivi in città rimane ancora oscuro. La convivenza con il virus dovrà passare anche dalla mappatura dei positivi in città e dal rientro sul posto di lavoro di figure necessarie, come quelle delle forze dell’ordine, che devono necessariamente subire il tampone per poter prestare servizio all’intera città. Il tenere forzatamente in casa queste persone avrà non solo risvolti psicologici sul singolo, ma anche economici per le aziende private che devono far fronte a questa emergenza. Non solo, il timore è che ciascuno cercherà di fare di testa propria, sfuggendo alle direttive nazionali. Un allarme confermato da segnalazioni che chiedono di poter effettuare i tamponi sierologici ,contattando laboratori privati. Sui test sierologici pare che la scienza abbia dato il disco verde, ma ancora questa possibilità non è stata validata. Nella provincia di Siracusa siamo arrivati in ritardo nell’attrezzare i laboratori per processare i tamponi. Per settimane, infatti, si è fatto affidamento solo ad uno studio privato ad Avola e, solo da qualche giorno, anche l’ospedale Umberto I si è attrezzato per andare in tale senso. L’Asp, peraltro, ha annunciato che sarà incrementato il numero di tamponi negli ultimi giorni. Ma, ad oggi, le segnalazioni si moltiplicano e il rischio concreto di deviare dalla linea generale è concreto. L’augurio è che, nel brevissimo termine, si possa andare il più velocemente possibile verso l’analisi dei tamponi effettuati anche nei primi giorni del mese di aprile, in modo da poter consentire a chi ne ha diritto di rientrare al lavoro. E poi, ci si augura che l’ipotesi dei test sierologici diventi una realtà concreta, certa e sicura”.