Siracusa- Caos al Centro per l’Impiego di Siracusa, dove per siglare i “patti di servizio”, fondamentali per accedere alla Naspi, la nuova disoccupazione per essere più chiari, nonché sbrigare le pratiche relative al Reddito di Cittadinanza si rischia di attendere in fila per quasi 2 ore, nonostante il ricevimento programmato, per poi vedersi rinviare a diversi giorni dopo l’appuntamento per l’erogazione del servizio richiesto.
In questo periodo estivo in cui l’ex ufficio di collocamento, oggi Cpi, svolge un ruolo strategico, sia per i stagionali che richiedono le Did, i fogli di disponibilità necessari all’avvio di nuovi rapporti di lavoro, addirittura precompilati online, sia per i precari della scuola, che concludono i loro contratti e hanno la necessità di completare l’iter burocratico per potersi vedere erogare dall’Inps le prestazioni che copriranno l’assenza di stipendio fino alle prossime convocazioni, ma anche per i neo-diplomati che fanno le loro iscrizioni da inoccupati, la confusione e l’improvvisazione regnano sovrane.
Chi ha dimestichezza con i sistemi informatizzati, infatti, prenota sulla piattaforma Silav, il portale dei servizi per il lavoro in Sicilia, un appuntamento.
A seguire, conclusa la procedura, riceve una mail, di quelle automatizzate, che avvisano l’utente di non recarsi di persona negli uffici, in quanto sono in corso ancora i contagi Covid-19 e che, dunque, sarà cura di un operatore ricontattarlo telefonicamente o via mail per dar seguito alle istanze. Passano, invece, i giorni nel silenzio e quindi chi ha la fortuna di ricevere una risposta telefonica o via mail comprende che si tratta di un’informazione, sebbene “Istituzionale”, errata e che bisogna presentarsi di persona.
Così passano i giorni senza poter accedere ai servizi richiesti.
Giunto il fatidico giorno dell’appuntamento in presenza ci si rende conto, già dall’esterno dei locali di via San Metodio, che di organizzato al Cpi c’è ben poco.
Chi ha appuntamento alle 11.00, finisce per uscire poco prima dell’orario di chiusura degli sportelli e chi, nota ancora più dolente, aveva appuntamento alle 12.30 se lo vede slittare ad altra data, in un crescendo di indignazione e sconforto.
Questo, per esempio, si è verificato giovedì scorso.
Al bancone di ingresso un impiegato che non riesce più nemmeno a “giustificare” le attese insopportabili, anche per le alte temperature, e che deve sorbirsi le lamentele della gente in fila, che attende di essere ricevuta.
All’interno dell’ufficio, dove pare dovrebbero essere attivi circa 8 sportelli aperti al pubblico, ne funzionano a malapena 3, che procedono a rilento, perché la linea internet va e viene e il sistema informatizzato centrale va spesso in tilt, generando un intollerabile “Fuori servizio”, nel già dilagante disservizio generale.
Agli sportelli, cordiali ma provati, alcuni degli impiegati resilienti, che sostituiscono i colleghi assenti per ferie e malattia, svolgendo però “mansioni” diverse da quelle previste dai loro ruoli consuetudinari e per i quali sono costretti a richiedere il “tutoraggio” dei presenti più esperti, facendo lievitare la permanenza dell’utente negli uffici.
Impiegati che rischiano, davvero, nonostante la flessibilità dimostrata, il “burnout” e che tra l’altro ai tempi sembra furono assunti con profili diversi e ai quali bisognerebbe, dunque, offrire formazione per l’aggiornamento professionale e l’opportunità di potersi guadagnare quell’incentivo economico in più, che probabilmente contribuirebbe a motivarli maggiormente.
Una situazione che sembra paradossale all’interno dell’Ufficio in cui bisognerebbe dare il buon esempio di tutela del lavoro e dei lavoratori, di organizzazione efficace e soprattutto la giusta e quanto più possibile celere assistenza a chi cerca un lavoro, a chi lo ha perso e a chi chiede il “reddito di cittadinanza”.
Mascia Quadarella