Siracusa – Il Consorzio Plemmirio, ente gestore dell’omonima area marina protetta, ha presentato un formale ricorso gerarchico contro il bando di concessione d’uso a privati dell’area ex Piazza D’armi, che si affaccia sul Castello Maniace, indetto dall’Agenzia del Demanio, direzione regionale Sicilia e pubblicato ufficialmente lo scorso 3 aprile.
<<Contestiamo fortemente questo bando – afferma il presidente dell’Area Marina Protetta del Plemmirio Sebastiano Romano – in primo luogo perché prevede attività assolutamente non consone ad un contesto monumentale come il Castello Maniace. Un’area di grande pregio che verrebbe trasformata in una sorta di rumorosa kasba marocchina violentata giorno e notte nella sua essenza storica e naturalistica, venduta al migliore offerente.
Un bando evidentemente frutto di sviste, fatto frettolosamente – precisa il presidente Romano – che comprende perfino una porzione di area esterna assegnata in uso governativo al Ministero dell’ambiente nel febbraio del 2013, come risulta evidente dai carteggi tra gli enti, e per questo oggetto di attenti interventi di riqualificazione e sistemazione da parte del Consorzio Plemmirio.
Vorrei ricordare che l’ente gestore dell’Area Marina ha utilizzato sin qui gli spazi esterni di pertinenza con estrema attenzione, con il contagocce, consentendo solo ed esclusivamente attività strettamente connesse alla educazione ambientale o di alto profilo culturale, così come detta il buonsenso e il rispetto di luoghi come questo.
Ci meraviglia che altri enti e istituzioni come la Soprintendenza non siano sin qui intervenuti e non abbiano vigilato su quanto viene previsto circa l’impiego di un tale contesto monumentale >>.
Negli spazi esterni di pertinenza del Consorzio Plemmirio siti nel comprensorio Maniace, sono stati autorizzati e realizzati con fondi ministeriali, diversi interventi di riqualificazione e sistemazione tra cui anche la messa in sicurezza dell’area prospiciente la fortezza federiciana, è stata sistemata la scaletta di accesso alla Spiaggetta mentre è in itinere il progetto dell’”orto botanico” inserito nel piano di gestione dell’ente consortile. Il tutto a completamento del circuito didattico da svolgersi all’interno della sede del Consorzio.
Il Consorzio Plemmirio, dopo la pubblicazione del bando in oggetto, ha prima provveduto alla semplice “segnalazione di errata corrige”, ricevendo la risposta da parte del responsabile dell’U.O. dell’Agenzia del Demanio. La dirigente avrebbe definito la nota del Consorzio Plemmirio “destituita di pregio giuridico essendo una contestazione del tutto generale non sorretta da argomentazioni motivate che possano sconfessare l’analisi strumentale e documentale operata dalla scrivente”.
Dall’Area Marina Protetta Plemmirio, hanno quindi prodotto un formale ricorso gerarchico presentato dal presidente nonché legale rappresentante, Sebastiano Romano, in cui, in estrema sintesi, documenti e planimetrie alla mano, si rileva che l’avviso di gara “incorre nel vizio della contraddittorietà tra più atti” nello specifico l’avvenuta consegna il 26 febbraio 2013 con cui l’Agenzia del Demanio, direzione regionale Sicilia, consegna il bene immobile statale al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, quale sede degli uffici delegati alla gestione dell’Amp protetta Plemmirio.
Un’area che comprende anche, nel dettaglio, 2.422 metri quadri di superficie scoperta, assegnate per le funzioni connesse alla gestione dell’area marina e che non possono pertanto legittimamente essere destinate ad altri usi.