Siracusa – Come annunciato qualche settimana fa, si è tenuta giovedì scorso, nella sede dell’assessorato alle Politiche Sociali del comune di Siracusa, la riunione interistituzionale per affrontare il delicato tema dei senzatetto in città, al fine di predisporre tutte le misure necessarie per affrontare adeguatamente il fenomeno, in espansione.
Purtroppo, il problema della mancanza di quattro mura sicure tra cui rifugiarsi, non attanaglia soltanto chi è stato costretto a fare della strada la propria dimora, come i clochard o i girovaghi, bensì interi nuclei familiari, colpiti severamente dalla crisi.
Gli enti, le forze dell’ordine e le associazioni convocati hanno deciso di costituire, pertanto, un’unità di crisi dedicata al problema, come ha annunciato l’assessore comunale promotore dell’inziativa, Giovanni Sallicano.
“L’unità di crisi – spiega l’assessore – che per adesso è appena abbozzata, deve essere meglio organizzata. Per tale ragione ho evidenziato la necessità di arrivare al più presto alla stesura di un protocollo d’intesa che definisca i ruoli e le competenze di ciascuno rispetto al problema dei clochard e le procedure da seguire negli interventi, soprattutto quando si è in presenza di casi che necessitano di cure sanitarie e, dunque, di contatti veloci con la centrale operativa del 118″. “Insomma – continua- si tratta di migliorare il coordinamento anche rispetto alle organizzazioni di volontariato che svolgono una funzione insostituibile nella cura e nell’assistenza ai senzatetto. Inoltre – sottolinea Sallicano – in una prospettiva di più lungo respiro, sarebbe utile organizzare dei luoghi in cui queste persone possano recarsi per le necessità giornaliere e per la cura dell’igiene personale”.
Nel corso della riunione sono emerse anche le difficoltà nel contatto con i senzatetto che spesso oppongono un rifiuto categorico a qualsiasi forma di assistenza.
“Accade non di rado – conclude l’assessore Sallicano – che l’intervento richiesto dai cittadini, anche per casi che sembrano gravi, si concluda con un nulla di fatto perché non possiamo esercitare alcuna forma di coercizione. Proprio per questa ragione l’approccio deve essere il più convincente possibile, senza forzature e osservando i diritti di ciascuna persona. Vivere per strada e senza un tetto in taluni casi è frutto di una scelta alla quale non si vuole rinunciare e rispetto alla quale non si può intervenire”.
La proposta del protocollo d’intesa e dell’unità di crisi sarà adesso sottoposta alle valutazioni dei vertici dei singoli enti e a breve sarà convocata una nuova riunione.