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Ricordato Mario Francese, il giornalista ucciso dalla mafia nel 1979, perché faceva i nomi dei suoi esponenti

Siracusa-Ricordata, questa mattina, a Siracusa, sua città d’origine, la valorosa figura di Mario Francese, cronista del Giornale di Sicilia, ucciso il 26 gennaio 1979, per aver “osato” scrivere nelle sue inchieste i nomi degli esponenti mafiosi implicati a Palermo nella gestione  degli  appalti delle grandi opere pubbliche. Oggi più che mai, la penna di Francese, intinta di verità e sete di giustizia, diventa testimonianza di resistenza e ribellione al connubio criminale tra mafia e politica, da sradicare a forza di denunce, con la diffusione di quella cultura della legalità, il cui percorso purtroppo ancora viene deviato o “silenziato”. I fatti raccontati da Francese risultarono ben presto scomodi a chi si contendeva negli anni 70  il “potere del territorio”.  Quegli articoli “irriverenti” divennero l’ostacolo da eliminare, a colpi di pistola, in un  vile agguato che venne portato a segno,  39 anni fa, sotto la casa della vittima designata, da un sicario asservito e  senza coscienza, che col sangue  però non è riuscito a soffocare quell’urlo di libertà  emesso da  ogni singola lettera  battuta da Francese  sulla tastiera dell’usurata Olivetti di redazione ,  di cui oggi altri giovani cronisti sentono ancora l’incoraggiante eco, che incita a fare il proprio dovere ed a  contribuire ad annientare un sistema di subdole connivenze.  Mario, padre e marito amorevole e attento,  caduto sul lavoro,  era un cittadino modello, un “sognatore” che ha fatto da  apripista, come un altro giornalista antimafia del siracusano Giuseppe Fava, al giornalismo libero, quello senza bavagli,  quello che si pratica in solitudine, senza onori,  almeno in vita, che deve fungere da esempio a chi nel raccontare i fatti deve sapere  scavare nel fango, andare oltre le apparenze e svelare i retroscena più scabrosi e meno scontati.  A  questo grande professionista i colleghi siracusani, questa mattina, hanno reso omaggio, aggiungendo una nuova e simbolica iscrizione alla lapide,già esistente e collocata  dapprima nella piazzetta Leonardo da Vinci, adiacente la sede del Comando provinciale dei Carabinieri di Siracusa, intitolandogli   un giardino in prossimita’ dell’area archeologica della Neapolis.Alla cerimonia di commemorazione erano presenti i rappresentanti di Assostampa, dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia e le istituzioni civili, militari e religiose della città. Coinvolti anche gli studenti,  poichè l’Abc della legalità va insegnato proprio sui banchi di scuola …e non dimenticato mai!

Mascia Quadarella

 

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