Siracusa- Diffondere e promuovere la cultura della prevenzione, della sicurezza e della protezione civile mediante la formazione dei Volontari e l’informazione nei confronti della popolazione, con l’obiettivo di favorire l’avvicinamento dei giovani alle attività del volontariato di protezione civile.
Queste, in sintesi, le finalità del progetto “A scuola di resilienza aretusea”, illustrato oggi all’Urban center di Siracusa.Si tratta di un percorso virtuoso di resilienza collettiva alle calamità naturali ed antropiche, indirizzato alla popolazione ed in particolare ai volontari del territorio di Siracusa per accrescere la capacità di affrontare situazioni di crisi ed emergenza, derivanti da calamità naturali in luoghi ad alta densità abitativa.
Un’iniziativa promossa dal Coordinamento Associazioni di Volontariato Forza Intervento Rapido (F.I.R.), dagli assessorati alla Protezione Civile, Pubblica Istruzione e Servizi Sociali del Comune di Siracusa, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile regionale ed il Centro di Servizi per il Volontariato Etneo.
Nel corso dell’incontro sono state rese note le metodologie e le opportunità che consentiranno di “istruire per istruire”.
Saranno, infatti, soprattutto i volontari del territorio siracusano, iscritti all’Elenco Territoriale di Protezione Civile, a formare gli studenti, come i tanti presenti, e le associazioni della comunità coinvolte ad acquisire un grado di “First Responder della Resilienza” ovvero la consapevolezza di saper cosa fare, dove andare e soprattutto come aiutare i soggetti più vulnerabili di fronte al verificarsi di calamità.
Un focus specifico sarà attuato anche sul comportamento da adottare per il recupero del patrimonio artistico e culturale attraverso un’attività formativa e addestrativa.
Un’iniziativa innovativa ed importante per la città di Siracusa, territorio densamente abitato e ad alto rischio, come dimostrato dagli eventi sismici del 1693 e del 13 dicembre del 1990.
La prima fase del progetto prevedrà la costituzione dell’impianto organizzativo e di coordinamento finalizzato alla pianificazione e all’organizzazione delle attività.
La seconda fase vedrà la selezione di destinatari e target della comunità su cui svolgere l’attività esercitativa.
Le fasi successive, invece, punteranno sulla campagna di informazione e sensibilizzazione e sulle attività addestrative attraverso la realizzazione di un “campo di resilienza”, in cui saranno coinvolti a campione tutti i destinatari del progetto.
“Trovo interessante a partire dal titolo, a scuola di resilienza, questa attività formativa che si rivolge ai più giovani, promovendone l’engagement, ed al resto della popolazione per migliorarne la capacità di risposta autonoma al verificarsi di una calamità naturale o di una situazione di rischio” -afferma soddisfatto Calogero Di Chiara, responsabile del Servizio Volontariato e formazione del Dipartimento regionale della Protezione civile. “Confermiamo anche con questo progetto la nostra attenzione al mondo dell’infanzia – afferma il sindaco Francesco Italia: – la resilienza è quella capacità tipica dell’essere umano di trovare la forza di andare avanti e ricostruire quanto è stato distrutto soprattutto nei momenti più duri, come dimostra l’attività della Protezione Civile in Italia, grazie alla quale possiamo ricordarci come che tutto ciò che non si dona è perduto. Ciò che più ci preme è trasmettere ai nostri ragazzi la volontà di affrontate anche ciò che ci spaventa e addolora, con l’atteggiamento di chi sa che esiste un bene superiore per il quale vale la pena rialzarsi e ricominciare. Mi fa piacere perciò – conclude – che si possa comunicare soprattutto tra i ragazzi l’opportunità di servire il proprio territorio attraverso la cultura del volontariato e soprattutto l’esempio delle sue attività”
Per il presidente del Csve, Salvo Raffa, si tratta di: “Un lavoro di sinergia con gli attori coinvolti che da anni predichiamo e cerchiamo di attuare: i diversi attori proponenti lavorano insieme per promuovere la cultura della prevenzione soprattutto nei confronti dei ragazzi a partire dai banchi di scuola e tra i gruppi del volontariato, con il linguaggio giusto e gli esempi più concreti per un territorio che deve educarsi alla resilienza. Di fatto la nostra lunga esperienza come CSVE in materia anche di protezione civile assicura al progetto personale qualificato e grande disponibilità: lo stesso FIR arriva da una grande storia di esperienza e abnegazione, costituendo un’espressione forte che testimonia l’efficacia di un lavoro di squadra già collaudato”.