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Amministrative 2018, spunta l’outsider: è Giovanni Napolitano, da anni in America sogna il riscatto di Siracusa

Siracusa – C’è chi sogna l’America, in senso figurato e geografico, e vorrebbe cercare un’opportunità di riscatto occupazionale altrove, chi invece negli States ha già vissuto e con coraggio vuole seguire il percorso inverso, tornando a casa, in Sicilia, cercando di contribuire al suo risveglio economico, importando le esperienze imprenditoriali e sociali testate con successo in un Paese che in termini di business fa scuola. E’ ciò che sta programmando da qualche mese Giovanni Napolitano, siracusano, che si è inventato il suo presente oltreoceano, dove 16 anni fa, giovanissimo, si è trasferito seguendo per amore Anne-Marie  Keenan, una bellissima ragazza californiana,  che sarebbe diventata  poi sua moglie e la madre delle loro tre stupende  bambine: Sofia, di 8 anni, Nadia, di 6 anni, e Josephine, di 2 anni. Oggi vive a  Menlo Park, al centro della Silicon Valley, a due passi dalla sede  operativa del colossale social Network Facebook, dove  ha messo su nel giro di poco tempo – coniugando le sue competenze sportive, manageriali e informatiche- una produttiva azienda operante nel settore tessile, la NG Sports LLC, che produce costumi personalizzati per il nuoto e la pallanuoto, diventata con il marchio Zumo, leader di settore nel mercato statunitense. Un’impresa che offre reddito certo alla sua ed altre 20 famiglie.  Giovanni, però, come tutti i meridionali,  porta la sua città nel cuore, non ha mai dimenticato i tramonti in Ortigia, gli insegnamenti delle strade dei quartieri di periferia dove ha vissuto con la sua famiglia d’origine dalla quale, con trasferte più o meno brevi, è sempre tornato. Il suo occhio da turista ed ex cittadino, negli ultimi tempi, è diventato più critico, severo, ha passato al microscopio le dinamiche politiche fuorvianti che hanno determinato un disastro amministrativo, che ha portato la splendida perla del Mediterraneo, quale è Siracusa, a diventare una  città “castrata” delle  sue grandi potenzialità, che non sono solo quelle turistiche.

“ Equiparo la mia città- dice Giovanni- ad  una sorta di splendida, unica e inimitabile rosa, un  fiore ibrido nato dall’innesto di antiche ed eterogenee civiltà che  le hanno lasciato un patrimonio storico-monumentale inestimabile, che gente al potere, risultata incompetente, ha lasciato  appassire giorno dopo giorno, per inerzia, per apatia, e oserei dire per mancanza di un reale amore”.

Una trascuratezza gestionale dei beni comuni che a Giovanni suscita rabbia, che per lui  di recente è diventata motivazione politica. Infatti, il giovane “zio d’America”, ha deciso di preparare armi  e bagagli  e ritrasferirsi a Siracusa, scegliendo Fontane Bianche, oggi località costiera abbandonata al degrado e mortificata, come nuovo “quartier generale”. Giovanni si pone come un outsider alle prossime elezioni amministrative nel capoluogo. Al momento è un attivista, a distanza, del Movimento cinque stelle, di cui sostiene le attività. E’ abituato alla schiettezza, che considera “L’arma migliore nei rapporti umani e lavorativi: o ferisce o conquista”,  e non nega  dunque di avere il pallino di proporsi come sindaco, con l’obiettivo di sconvolgere  le trame cucite dai personaggi che da tempo immemore cuciono le sorti della città.

“ A parte i legami affettivi con i miei parenti e i vecchi amici, non ho alcun interesse da coltivare  e mantenere qui in città – premette –  gli affari continuo a farli altrove dove nessuno può contaminarli.  Possono passare ai raggi x la mia vita privata e non trovare alcun scheletro nell’armadio, se mi sottoponessero alla lie-detector, la macchina della verità, avrebbero la certezza che a spingermi a mettermi in gioco, ad entrare in un campo minato quale considero l’ambiente del Vermexio, è solo la voglia di rilanciare questa città, che se ben guidata non ha nulla da invidiare ai “paradisi  terrestri “del mondo. “Qui –dice- l’innovazione viene associata alla contaminazione ambientale, quella delle industrie, quando invece può essere perseguita seguendo strade alternative, che potrebbero convertire l’industria “cattiva” in “buona ” sotto il profilo ecologico e di profitto”.

“Siamo circondati  – afferma- da ciminiere ma qualcuno ha mai calcolato quanti reali posti di lavoro produce questo insediamento che minaccia paesaggio e salute? Non sono contro l’industria- sottolinea- ma sicuramente non a quella che può provocare solo danni, e analizzando il rapporto costi/benefici è palese notare uno sbilanciamento, bisogna cambiare rotta”.

“Il principio che sfugge agli amministratori siracusani- continua Napolitano- è quello che bisogna lavorare per migliorare la qualità di vita della comunità e non soltanto la propria. L’insoddisfazione della gente si legge nei loro volti. C’è afflizione generale a Siracusa, ormai poca gente riesce a sorridere perché vive in una città dalle prospettive sbarrate, dalle opportunità negate. Io dalla vita ho avuto una possibilità di emersione, l’ho avuta molto lontano da dove sono nato, ma torno per contribuire a dare un’opportunità ai ragazzi come me, che oggi si sentono senza speranza. Lavorare insieme si può, ne sono sicuro, ne ho prova ogni giorno sul lavoro. La gente va motivata, incentivata, spronata, non “ricattata”  per avere ciò che deve avere di diritto. Ecco in sintesi vi ho spiegato perché ritorno in patria, non mi sento il redentore, ma un manovale pronto a ricostruire…evitando l’eccesso di cemento!”

Mascia Quadarella

 

 

 

 

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Giornalista