Siracusa- Sul caso della ragazza lesbica perseguitata a Noto dalla madre che non accettava la sua omosessualità, e che le aveva fatto perdere il lavoro, minacciando piazzate ai titolari, ha vinto la giustizia, quella penale ma anche quella del buon senso. Dopo una mediazione con gli imprenditori della città barocca avviata, subito dopo aver appreso la notizia, dall’Arcigay di Siracusa, pare infatti che i datori di lavoro che avevano preso la decisione di licenziare la ragazza, intimoriti dal comportamento della madre, sono tornati sui loro passi e hanno ricominciato la collaborazione.
“Dopo un confronto fra la titolare e Arcigay – dice Caravini – la stessa ha contattato la ragazza per ricominciare un percorso lavorativo”.
“Ringraziamo l’attività commerciale, dove lavora la giovane – dice ancora Caravini – per averci accolto e per aver compreso la situazione dando una possibilità concreta alla ragazza ed adesso sono sicuro che tutto si risolverà per il meglio”.
“Ero molto dispiaciuto – conclude dicendo Caravini – perché il lavoro è libertà, indipendenza, ed oggi almeno questo l’abbiamo ottenuto”.