Siracusa-E’ stato un ambasciatore umile e disinteressato della bellezza di Siracusa attraverso le sue opere, da quelle più classiche ai suoi esperimenti pittorici informali ben riusciti. Michele Giansiracusa, artista aretuseo di grande creatività e dall’ottima tecnica, copista eccelso del Caravaggio, nato l’11 agosto del 1946 e scomparso per un brutto male qualche anno fa, lasciando un ricordo indelebile nella mente delle sue tre figlie e della moglie, purtroppo dopo la sua morte è finito, come altri suoi lodevoli colleghi, nell’oblio dei talenti locali, senza mai ottenere un riconoscimento formale per la sua attività di promozione culturale della città .
“Mio padre è stato semplicemente dimenticato- afferma con l’amaro in bocca la figlia maggiore Francesca Giansiracusa, che porta la firma del padre tatuata su un avambraccio-. Nessuna delle amministrazioni che si sono succedute negli anni lo hanno mai ricordato, magari intitolandogli se non uno spazio pubblico almeno un premio, per enfatizzarne il suo grande valore artistico”.
“Eppure- continua- i suoi dipinti sono esposti nei salotti di famiglie bene di Siracusa e di grandi intenditori, e arricchiscono gli spazi di diversi istituti ecclesiastici del capoluogo. Vorrei ricordare che la copia della “Cattura di Cristo” esposta nella sacrestia della chiesa di Santa Lucia è stata realizzata proprio da mio padre e che gli scorci di Ortigia immortalati dal suo pennello hanno ricevuto critiche favorevoli da esperti di tutto il mondo. Spero che chi decanta la bellezza del nostro centro storico sappia anche ricordare chi lo valorizzò quando era ancora rilegato a ghetto, mettendone in luce gli aspetti più reconditi, inediti”.
Mascia Quadarella