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Autobiografia in carcere, si conclude la tappa siracusana Erasmus+

Siracusa- Si avvia a conclusione la lunga tappa siracusana del progetto Erasmus + promosso dall’Associazione siracusana “Le Interferenze Aps” sui percorsi autobiografici negli istituti di reclusione che ha coinvolto, oltre all’Italia, ben altre sei nazioni europee.

Le delegazioni estere sono state presenti nel capoluogo aretuseo, da lunedì scorso, per una serie di incontri formativi, tenutisi presso la sala conferenze del “The Siracusa International Institute for criminal Justice and human rights” e Palazzo Montalto in Ortigia.

Secondo programma, ieri si è tenuto l’incontro con la regista teatrale Daniela Mangiacavallo e questa mattina è stato registrato l’appassionato e coinvolgente intervento di Katya Maugeri, scrittrice e giornalista, autrice, tra l’altro, del volume ” Tutte le cose che ho perso- storie di donne dietro le sbarre”, seguita dal racconto accattivante del Minotauro di Ino Chisesi, “primo ergastolano della storia”.

Nei giorni scorsi la presentazione pubblica del progetto. A fare gli onori di casa è stato il consiglio direttivo dell’associazione capofila, presieduta da Edda Cancelliere, affiancata da Maria Josè e Daniela Occhipinti.

 Edda Cancelliere ha sottolineato la mission perseguita, vale a dire: “Produrre cultura a 360° e far convergere nel territorio studiosi e ricercatori di tutto il mondo, in un’ottica di cittadinanza attiva, senza dietrologie, ma con il solo obiettivo di allargare gli orizzonti e creare opportunità di accrescimento per tutti”.

La sintesi del progetto e la sinossi del volume sono state affidate al professor Sebastiano Rizza, ideatore dell’iniziativa.

“Il titolo “La Crisalide e la Farfalla” diventa indicativo- ha detto Rizza-. Una metafora del percorso di crescita personale e reintegrazione sociale del detenuto, che passa anche attraverso la scrittura autobiografica che consente un’analisi del passato e una proiezione sul futuro.  Una metodologia pedagogico-penitenziaria illustrata tra l’altro nell’omonimo volume, in lingua inglese, frutto del lavoro sul campo dei partner progettuali”.

A tal proposito Rizza ha messo in risalto l’attività svolta dalle docenti del CPIA Alberto Manzi di Siracusa, diretto da Stefania Stancanelli.  

La dirigente del Cpia, a sua volta, ha dichiarato: “Un grande plauso va fatto alle docenti Loredana Zuccaro e Agata Bonaccorsi che, insieme alle colleghe Leandra Commendatore, Cristina Gervaso e Nerina Aiello, hanno saputo coinvolgere ben 8 detenuti dell’Alta sicurezza del Carcere di Brucoli in questo progetto.

Le insegnanti- ha spiegato Stefania Stancanelli- hanno realizzato attività di brainstorming e a partire dalla visione di quadri famosi i detenuti hanno espresso le proprie emozioni, dando vita a produzioni artistiche, poetiche e di scrittura autobiografica. Ringrazio il prof. Sebastiano Rizza per averci coinvolto in questa splendida iniziativa”.

Momento clou della mattinata, a parte l’interessante laboratorio “A lezione di storytelling” a cura di Filippo D’Antoni, regista e sceneggiatore, è stato quello della testimonianza dal vivo dell’esperienza di inclusione ed emersione dal pregiudizio di Maxim, un giovane ucraino, ex detenuto, oggi dipendente della cooperativa “L’Arcolaio”, in passato macchiatosi di un grave reato.

 “Dalla mia esperienza personale in carcere ho compreso, nel tempo, che ci si può sempre migliorare e una volta uscito dalla casa di reclusione, da uomo legalmente libero, ho deciso di ritornare dietro le sbarre, per aiutare chi è ancora ristretto. L’Arcolaio coinvolgendomi nelle proprie attività di produzione dolciaria a Cavadonna mi ha dato un’opportunità e una speranza, che io oggi voglio mettere al servizio degli altri”.

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