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Avvolto nel tricolore, l’artista di Canicattini Bagni Sergio Carpinteri discute la tesi sul “Carosello” della sua 11°laurea

Canicattini Bagni- Undici lauree e non sentirle, tanto da prepararsi per la 12°. Questo il percorso accademico scelto dall’estroso e poliedrico cinquantatreenne artista canicattinese Sergio Carpinteri, che lo scorso 27 Marzo 2020,in pieno fase di contenimento dell’epidemia Covid-19,dalla sua abitazione a Canicattini Bagni, tramite la piattaforma online dell’Accademia di Belle Arti di Catania, come prevedono le misure restrittive e di prevenzione, ha discusso, utilizzando il cellulare, la sua 11° tesi a conclusione del corso triennale di 1° livello “Illustrazione e fumetto“.

E per questo suo nuovo record ha scelto una tesi sul vecchio “Carosello” degli albori della televisione italiana, quale primo spazio pubblicitario della Tv, portando come esempio il cartone animato di Joe Condor scelto dalla Ferrero per promuovere i suoi prodotti negli anni ’70, dai cioccolatini alla magica Nutella.

Ad arricchire la tesi anche una mostra di lavori di illustrazione e di fumetto con tante tavole originali e personaggi inventati dallo stesso artista, esposti nel corridoio di casa, trasformato, in periodo di lockdown, in una vera e propria galleria d’arte.

Ad assistere alla laurea, nella stanza accanto, anche la mamma di Sergio Carpinteri, invalida costretta a letto, che non ha potuto prendere parte alle ultime consegne di pergamene alfiglio.

Un appuntamento si può dire annuale quello di Carpinteri con la pergamena, a dimostrazione dell’impegno e dell’intensità di studio applicato.

«D’altra parte per me studiare è come “respirare” – aveva detto nel marzo dello scorso anno al conseguimento della sua 10° laurea in Fotografia con una tesi sul Cinema – e tutte queste lauree servono a riempire e far spazio alla capienza del pensiero. In Italia la formazione universitaria non dovrebbe essere un lusso, ma una necessità primaria in un mondo che cambia velocemente, in progress, ed esige competenza, conoscenza e merito, tre assi per creare uomini liberi, con una mentalità aldilà di zavorre ideologiche e conformiste».

Una sete di conoscenza quella dell’eccentrico artista canicattinese, che amerebbe tanto insegnare in una qualche Università o all’Accademia di Belle Arti, che lo farà annoverare certamente nel Guinness dei primati, essendo, come egli stesso sottolinea, “l’artista con più lauree al mondo”, lanciato sulla strada giusta per superare, comunque, il record di due illustri Dottoriitaliani: il Dott. Leonardo Altobelli (12 lauree) e il Dott. Luciano Baietti (15 lauree).

Intanto Carpinteri, fondatore e curatore da 20 anni del “Museo di memorie e ricordi dei Canicattinesi”, divide il suo tempo tra studio e produzioni artistiche, in quest’ultimo peridio di emergenza Coronavirus esponendo nella sua galleria di casa.

La sua ultima mostra, dopo quelle sulla “Mamma” e il “Natale” esposte nell’androne del Comune, risale ad Aprile, “Passio Cristo contagium”, e  l’ha dedicata alla Pasqua, mentre da lunedì 11 Maggio 2020, con l’avvio della Fase 2 e il “quasi liberi tutti” dell’emergenza Covid-19, ha dato vita ad una nuova ed orinale mostra-happening “Filocalia Canicattinese”, 26 tavole, in giro per i posti simbolo della sua Canicattini Bagni.

Appena la fase 2 ha dato ad ognuno di noi più libertà- ha spiegato i perchè della sua ultima mostra Carpinteti- questa esposizione è stata un pò come riprendersi i luoghi che pensavamo lontani da noi. In questa ripartenza, bisogna riorganizzare persone e territorio. Questi luoghi che posto sui social possono essere una promozione della città, a livello turistico e culturale, così come il gesto del sollevare e presentare i lavori che ho prodotto nel periodo della quarantena Covid. Insomma, c’è da riappropriarsi del posto e dell’arte. Le opere coloratissime vogliono sbucar fuori dalla serenità del paesaggio, mettere in luce le figure che presentano un discorso, un atteggiamento, un disagio vissuto nella quarantena. Anche i luoghi della nostra città non li vedremo come prima. Siamo cambiati noi, la nostra paura pandemica, una paura mondiale, che non è ancora terminata».

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Giornalista