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“Comitato Scuole sicure”approfondisce sulla “vulnerabilità” degli istituti

Siracusa- Entra nel vivo l’attività del “Comitato scuole sicure”, costituito a Siracusa nell’ottobre dello scorso anno, da un gruppo motivato di genitori e tecnici specializzati, con l’obiettivo di vigilare sull’operato degli uffici degli enti pubblici preposti alla sicurezza negli edifici scolastici, di ogni ordine e grado, del territorio provinciale, per prevenire “tragedie”, spesse volte, annunciate e provocate, più che dalle calamità naturali, dalle omissioni umane.
Ieri, i rappresentanti del comitato che, nei mesi scorsi, si erano presentati al sindaco di Siracusa, Francesco Italia, hanno fatto visita al Procuratore della Repubblica di Siracusa, Fabio Scavone, al quale hanno illustrato la mission dell’organizzazione, annunciando altresì la volontà di denunciare eventuali irregolarità, quindi ipotesi di reato, qualora ne emergessero durante le azioni di screening documentale, che si stanno eseguendo sulle singole scuole della provincia aretusea. Collaborando, così, fattivamente al processo di diffusione della cultura della responsabilità operativa e quindi del rispetto delle leggi vigenti in materia.
Gli esperti di edilizia, geometri, ingegneri e architetti del Comitato sono già, infatti, da diverse settimane al lavoro per acquisire documenti e certificazioni sulle scuole siracusane.
Traendo spunto dalle notizie pubblicate nei giorni scorsi dagli organi di stampa, il Comitato ha provato a fare chiarezza sull’iter di ristrutturazione, avviato dopo la chiusura ancora in atto e destinata a protrarsi forse a lungo, della scuola di Via Di Villa Ortisi.
“Secondo quanto riferito dall’allora assessore comunale all’Edilizia scolastica, Enzo Vinciullo- scrive a nome del Comitato l’architetto Angelo Troia, che ne è presidente- nell’anno 2005 fu disposta la chiusura dell’istituto scolastico per le condizioni in cui la struttura versava, dando mandato all’Ufficio Tecnico comunale di predisporre un Progetto Generale di Restauro e Risanamento Conservativo, che fu approvato con delibera della Giunta municipale n.227 del 08.06.200,5 per un importo complessivo di € 1.502.250,24 di cui € 956.636,25 per lavori a base d’asta”.
“Per quel che si è potuto verificare dalla documentazione resa disponibile dall’attuale Amministrazione comunale – continua il rappresentante del Comitato- si è appreso che il sopracitato Progetto generale fu suddiviso in due stralci, di cui uno afferente Opere Tecnologiche ed uno afferente Opere Edili e Strutturali. Entrambi mandati in gara pubblica per gli appalti alla fine del 2010. In particolare il 1° Progetto stralcio, riguardante l’adeguamento delle opere tecnologiche, ammontava a € 264.833,24 per lavori a base d’asta e fu validato in data 19.06.2007; mentre il 2° Progetto stralcio, riguardante le opere edilizie e strutturali di adeguamento sismico, ammontava a € 367.095,18, per lavori a base d’asta e fu validato in data 10.05.2010. Entrambi i progetti furono redatti dall’Ufficio Tecnico Comunale”.
“Senza entrare nel merito dei lavori effettivamente eseguiti- precisa Troia- è legittimo chiedersi come mai l’Amministrazione comunale dell’epoca non diede corso invece a quanto previsto dall’Ordinanza Ministeriale n.3274 del 20.03.2003, che imponeva, entro i cinque anni successivi dall’entrata in vigore, gli studi di “vulnerabilità sismica” per gli edifici rilevanti (lo sono le ccuole di ogni ordine e grado) e strategici, realizzati prima del 1984, che avrebbero permesso di stabilire con certezza il livello di “Rischio sismico” e gli interventi necessari”.
“Vogliamo ricordare- spiegano i membri del comitato- che la “Verifica di Vulnerabilità” ai fini sismici deve tenere conto del comportamento della struttura principale che costituisce l’opera (dalle fondazioni fino alla copertura) e di tutti gli aspetti riguardanti la sicurezza, in termini di stabilità, di elementi non strutturali (controsoffitti, impianti, corpi illuminanti, scaffalature, etc…) e inerenti specifici rischi non desumibili dalla modellazione di calcolo.
“Tale “valutazione della sicurezza” – ricordano- deve stabilire il livello di adeguatezza di tutte le strutture che compongono la costruzione rispetto al possibile sisma e quindi se l’uso della costruzione possa continuare senza interventi o se l’uso debba essere modificato (declassamento, cambio di destinazione e/o imposizione di limitazioni e/o cautele nell’uso) o se sia necessario procedere ad aumentare o ripristinare la capacità portante in termini sismici”.
Fatta tale premessa, sottolineano i referenti del Comitato: “Pertanto, l’esecuzione della “Verifica di Vulnerabilità Sismica” avrebbe consentito all’Amministrazione in carica nel 2005 di individuare non solo i livelli di sicurezza rispetto alle norme tecniche dell’epoca, ma anche le eventuali criticità strutturali e non strutturali dell’opera e quindi permettere di ipotizzare fin da subito l’effettiva tipologia di interventi realmente necessari.
Ora apprendiamo, favorevolmente, che l’attuale Amministrazione comunale ha richiesto i fondi per lo Studio delle “Verifiche di Vulnerabilità Sismica” per questa ccuola dismessa nell’anno 2005 e pertanto ben dopo gli interventi appaltati dall’Amministrazione dell’allora vicesindaco Vinciullo”.
“Detto ciò- dichiara il Comitato- non resta che sperare che gli interventi eseguiti con gli appalti del 2010/2011 non siano stati sperpero di denaro pubblico. Questo potrà essere confermato solo a seguito della Verifica di Vulnerabilità Sismica che dovrà tenere conto inevitabilmente degli interventi già eseguiti.
“Per quanto riguarda la notevole quantità di amianto ritrovata in un’area limitrofa alla scuola (ndr la cui presenza è stata denunciata da Vincenzo Vinciullo, che ha fornito alla stampa il materiale fotografico) – aggiunge l’architetto Troia- che parrebbe derivante proprio da una dismissione di un sistema di pluviali per scolo acque, ci auguriamo, per modo di dire, che si tratti del conferimento improprio ad opera di qualche cittadino non rispettoso delle regole, piuttosto che un lascito, meno tollerabile, delle imprese esecutrici che vinsero gli appalti sopracitati”.
“Il dubbio sorge valutando alcune foto della scuola in oggetto- spiega Troia- che immortalano i prospetti pluviali in fibrocemento di amianto facenti parte del sistema scolo acque piovane e che sembrerebbero corrispondere a quelli ritrovati durante il sopralluogo eseguito dal professore Vinciullo nei giorni scorsi e seguito dalla stampa”.
“Peraltro- conclude il portavoce del Comitato- la presenza di amianto era ben nota ai progettisti dell’Ufficio Tecnico, per come riportato nel Piano di Sicurezza e Coordinamento,  allegato al Progetto stralcio riguardante le opere edilizie e strutturali. A tal proposito, pur non avendo avuto alcun riscontro, ci auguriamo che prima dell’inizio dei lavori sia stato ottemperato tutto alla disposizione di legge che prevedeva preliminarmente la redazione e l’approvazione del Piano Lavoro per la rimozione dell’amianto, come previsto dal TU n.81/2008 e ss.mm. ed ii. e dal D.Lgs. n.152/2006”.
“La questione posta dal Comitato Scuole Sicure- rimarca Troia- deve essere motivo di riflessione sull’operato delle amministrazioni municipali succedutesi dal 2003 ad oggi e competenti in materia di edilizia scolastica”.

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Giornalista