Italia – Una parziale panoramica sugli effetti del disagio economico italiano che si traduce, sempre più spesso, in depressione psicologica dei cittadini e purtroppo in gesti estremi, è fornita da uno studio sui “suicidi per crisi economica” pubblicato da Link-LAB, il laboratorio di Ricerca Sociale della Link Campus University. La casistica che riferisce di ben 81 suicidi nel territorio nazionale è circoscritta al primo semestre del 2016, di recente archiviato. Ancora non sono stati resi noti, infatti, i dati di tutti i 12 mesi dello scorso anno. Tuttavia, si nota un incremento di casi del 20% rispetto a quelli rilevati nella seconda metà del 2015, che non lascia presagire il meglio per l’anno appena entrato, caratterizzato anch’esso da grandi sacche di disoccupazione, in particolare tra i giovani e tra gli esodati, nonché da prospettive di inserimento lavorativo sbarrate. L’Osservatorio, nato nel 2012, riferisce che il triste primato, un tempo detenuto dal Veneto, oggi è della Campania, seguita dalla Sicilia e poi dalla Lombardia,, dal Lazio e dalle Marche. Il mese più buio del dato parziale sarebbe stato giugno. Picchi di suicidi si sono registrati a febbraio e a maggio. Una fotografia del fenomeno, dettagliata, che impone una riflessione alla classe politica italiana, che spesso è più distratta dalla corsa al potere piuttosto che impegnata a porre le condizioni per il rilancio dell’economia del Paese. Un Paese che con la disperazione rivendica il diritto a una vita dignitosa: un lavoro, una casa e quanto basta per mangiare, vestirsi , istruirsi e muoversi.
Mascia Quadarella