Catania- La Dia di Catania, dall’alba di stamane, sta eseguendo un maxi-sequestro, propedeutico alla confisca, di beni nei confronti di Mario Carmelo Cambria , 32 anni, personaggio di spicco della malavita organizzata etnea, facente capo al clan mafioso dei “Cappello-Bonaccorsi”.
Si tratta del figlio di Andrea Cambria, soggetto di rilievo del gruppo dei Cappello, nei confronti del quale già nell’ottobre 2017 la stessa Direzione investigativa antimafia di Catania aveva eseguito il sequestro di autoveicoli e somme di denaro, per un valore di circa 200 mila euro.
Mario Carmelo Cambria vanta un curriculum delinquenziale in cui si annoverano una serie di precedenti legati al traffico di sostanze stupefacenti e furto: reati aggravati dal metodo mafioso.
Più volte tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, il 17 marzo di due anni fa, nell’ambito dell’Operazione di Polizia denominata “Family”, condotta dalla Polizia di Stato, fu raggiunto da un’ordinanza applicativa di misura cautelare, col padre Andrea e altri 7 soggetti, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, nonché di traffico illecito di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di cui all’art. 7 Legge 203/91, per aver agevolato il clan mafioso etneo Cappello – Bonaccorsi e di essere associazione armata. Dalle investigazioni condotte Andrea Cambria, il padre, emergeva come promotore dell’associazione criminale che trafficava in stupefacenti, dei quali si approvvigionava in Campania e Calabria.
Sempre nel 2016 , sulla scorta delle pregresse vicende penali sin qui riportate, che ne evidenziavano l’abitualità a delinquere, il Tribunale di Catania -Sezione Misure di Prevenzione- decretava nei suoi confronti l’applicazione della Misura di Prevenzione della Sorveglianza Speciale di P.S., nella misura di anni due, con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza e cauzione di €. 3.000,00.
I minuziosi e complessi accertamenti patrimoniali svolti dalla D.I.A. nei confronti di Mario Carmelo Cambria, estesi anche al suo nucleo familiare, hanno consentito non solo di pervenire ad una puntuale ricostruzione del suo profilo criminale, ma anche di accertare la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, in base all’attività svolta dallo stesso, e gli arricchimenti patrimoniali del predetto.
L’esito della complessa e articolata attività svolta è stato condiviso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione, che ha emesso l’odierno provvedimento ablativo che interessa anche beni fittiziamente intestati alla moglie, in particolar: un’abitazione, un garage, un’autovettura e somme di denaro cointestate, per un valore complessivamente stimato in circa 300 mila di euro.