Siracusa- “Avete fatto della vostra munnizza la nostra edilizia”; “Allo sfratto no diciamo e dalla scuola ce ne andiamo”; “Fate le persone mature, dateci le scuole sicure”; “Andiamo a scuola per imparare non per vedere i tetti crollare”…Sono questi gli slogan pieni di spicciola verità intonati e sottoscritti dagli studenti siracusani, che questa mattina hanno aderito al corteo, organizzato dalla Rete degli studenti, per invocare Sicurezza nelle scuole, con l’appoggio dei sindacati.
Gli edifici scolastici siracusani, specie quelli destinati alle medie superiori, un po’ in tutta la provincia, lasciano a desiderare sotto il profilo della sicurezza e del decoro, per non parlare dei servizi “accessori” che le scuole moderne dovrebbero offrire, secondo gli standard comunitari.
La manifestazione segue, di qualche giorno, il crollo di alcuni calcinacci avvenuto all’interno di una classe dell’Alberghiero, nella sede centrale di via Polibio, arrangiata da anni in bassi fatiscenti, il cui degrado è sotto gli occhi di tutti , a partire dall’ingresso principale, transennato con del nastro bianco e rosso, tra banchi che fungono da paletti che vietano il passaggio. Una situazione paradossale, a cui si è giunti dopo anni di manutenzioni superficiali o omesse.
Condizioni che vengono “giustificate” col dissesto finanziario del Libero Consorzio provinciale di Siracusa e quindi con l’assenza di risorse utili a far fronte ad una situazione di precarietà strutturale diffusa, che si trascina da tempi lontani, quando ancora l’ente era a gestione “politica”. Politica che ha investito davvero poco in edilizia scolastica, a parte qualche polo scolastico, realizzato a spizzichi e bocconi, che ha visto la luce di recente.
Con in testa i caschi, i fischietti in bocca e i coperchi delle pentole in mano per annunciare fragorosamente il loro passaggio, in mostra cartelloni con scritte che inducono la classe dirigente, di ogni ordine e grado, a “vergognarsi” dell’eredità di degrado lasciata a queste nuove generazioni, desiderose di crescere e di rendersi competitive, i ragazzi sono partiti dai Villini, il foro siracusano per radunarsi poi al Tempio di Apollo, mentre una delegazione raggiungeva le istituzioni, Prefettura e Provincia per essere accolta.
In piazza i ragazzi del “Federico Secondo di Svevia”, teatro dell’ultimo crollo, senza danni a persone, per fortuna, ma anche quelli del Quintiliano, del Corbino sede decentrata di via Pitia e a dar manforte anche quelli del Liceo Artistico Gagini. Tutte scuole in cerca di una sistemazione idonea e per quanto possibile definitiva.
“Dovremmo indossare i caschi mentre andiamo in moto- urla un giovane indignato- non per sederci a scuola”. “Viviamo sotto la “minaccia” di tetti cadenti trattenuti da una rete verde, in classe e anche in palestra- aggiunge una ragazza del Quintiliano”. “ A scuola nostra- continua una studentessa del Gagini- non siamo messi meglio, il prospetto è cadente, anche se la struttura è piuttosto recente, e siamo soggetti a visite di topi, perché la campagna vicina non viene curata a dovere”.
Insomma, quello che emerge dalle testimonianze degli studenti è un quadro desolante, in cui vengono annunciate possibili tragedie, che sarebbe il caso di scongiurare, con l’impegno di chi è tenuto a prenderlo e in tempi rapidi—- I ragazzi devono andare a scuola non a fare la guerra!
Mascia Quadarella