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“Priorità alla scuola” il 25 giugno sindacati e associazioni in piazza

Siracusa- I Cobas scuola e diverse associazioni del territorio, giovedì prossimo, 25 giugno, scenderanno in piazza, l’appuntamento è alle ore 18 davanti al Tempio d’Apollo, per rivendicare una “revisione” della scuola che non pregiudichi alunni, personale, e la stessa istruzione. L’obiettivo è quello di programmare una serie di interventi affinché le carenze emerse durante la pandemia vengano colmate e gli errori corretti per migliorare funzionalmente, strutturalmente e qualitativamente la scuola pubblica in Italia.

“Docenti, personale ATA- si legge nel comunicato diramato da Cobas ed associazioni- studenti e famiglie, con la Didattica a Distanza, hanno mantenuto vivo il dialogo scolastico-educativo. Ma la scuola è un’altra cosa, è relazione, empatia, contatto, non è addestramento e si può fare solo in presenza. Bisogna superare l’emergenza educativa per far sì che in classe gli studenti acquisiscano il sapere necessario per partecipare criticamente ai processi storico-sociali. Anche la sezione di Siracusa del sindacato Cobas Scuola aderisce alla mobilitazione nazionale organizzata dal Comitato “Priorità alla Scuola” con manifestazioni in contemporanea in decine di città alle ore 18.00, per l’adozione da parte del Ministero dell’Istruzione di misure straordinarie necessarie per far ripartire a settembre la scuola in tutta sicurezza. “La scuola di settembre va costruita adesso – spiega Lorenzo Perrona, docente Cobas Scuola Siracusa – ma ciò di cui abbiamo notizia è che il numero di studenti per classe non diminuirà e che turnazioni e didattica a distanza saranno presentate come inevitabili (soprattutto se i dati epidemiologici dovessero tornare a preoccupare). La scuola – conclude Perrona – deve restare un luogo fisico di incontro, moderno, all’avanguardia. Il suo surrogato, chiusi in casa davanti a un pc, va bene in emergenza, a regime non è altro che una grave limitazione del diritto allo studio”. Di seguito le proposte sul tavolo: investire risorse per almeno 15 miliardi di euro, anche sfruttando, soprattutto nel Meridione, i fondi strutturali del periodo 2014-2020 ancora non utilizzati; ridurre il numero di alunni per classe (max 15); un piano straordinario per l’edilizia scolastica: per ristrutturare i locali in uso (in Italia, l’età media è di oltre 50 anni) e individuarne nuovi, recuperando il patrimonio immobiliare pubblico sfitto e determinando grandi opportunità occupazionali; assumere immediatamente tutti i precari, Docenti e ATA, con almeno 36-24 mesi di servizio (se non verrà fatto a settembre mancheranno circa 200.000 dipendenti); dire no ai piani Colao, Bianchi e dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi) sulla scuola, il cui comune denominatore, figlio dei desiderata di Confindustria è il pieno compimento del processo di
gerarchizzazione e aziendalizzazione iniziato con l’autonomia scolastica; dire no a qualunque forma di esternalizzazione del lavoro docente e ATA, assumendo a tempo indeterminato tutto il personale che, senza dipendere dal MIUR, lavora nelle scuole (assistenti alla autonomia, alla comunicazione etc…); ridare centralità alle esigenze degli alunni diversabili, tra i più discriminati dalla Didattica a Distanza; estendere il tempo pieno in tutte le regioni d’Italia; dire No alla distruzione del gruppo classe e alla costituzione di classi omogenee per livello; dire No alle ore di 40 minuti; dire No al finanziamento delle scuole private”.

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Giornalista