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Libero Consorzio, misura colma: i dipendenti occupano aula consiliare

Siracusa- La misura è colma per i dipendenti dell’ex Provincia regionale di Siracusa, oggi Libero consorzio comunale, costretti a fare i conti con la crisi finanziaria dell’ente nel quale sono impiegati, lavorando tutti i giorni, ma non percependo da oltre 2 mesi gli stipendi.

Questa mattina, dopo mesi e mesi di pazienza, i dipendenti  hanno deciso  di chiudere uffici e sportelli e partecipare in massa all’assemblea permanente, sfociata nell’occupazione pacifica dell’ ex aula consiliare provinciale di via Roma.

Qui, uomini e donne, provenienti da tutti i 21 comuni del Siracusano, rimarranno fino a quando non avranno certezze sul loro futuro economico, ma anche occupazionale.

Paradossalmente sono più precari adesso rispetto a quando lavoravano con contratti a termine, prima della  tanto desiderata stabilizzazione,  visto che allora, quando ancora la politica era attiva all’interno dell’ente, gli stipendi difficilmente tardavano ad arrivare, e non si era mai arrivati a tanto.

“Abbiamo percepito- spiega una manifestante- lo stipendio di novembre 2018 il 28 dicembre, non abbiamo visto, dunque,  quest’anno le tredicesime e ancora non ci sono stati accreditati gli stipendi di dicembre 2018 e gennaio 2019 , e siamo entrati nella prima settimana di febbraio 2019”.

Una situazione difficile per questi padri e madri di famiglia, costretti a spostarsi ogni giorno dai comuni di residenza, per raggiungere la sede centrale o quelle decentrate loro assegnate, dovendo chiedere in prestito i soldi a parenti e amici per il carburante e che rischiano di indebitarsi ulteriormente, non potendo rendersi solventi rispetto alle banche, con cui  hanno acceso mutui per comprare casa o nei confronti dei proprietari degli immobili in cui risiedono in affitto, rischiando persino lo sfratto.

Esistenze stravolte, per il perdurare della situazione, che degenera quando le paghe arretrate si accumulano, come ha fatto notare un signore, durante una precedente manifestazione, che ci ha sottolineato più volte: “Ci siamo venduti pure le collanine delle comunioni per racimolare qualche soldo per andare avanti,.Abbiamo figli che vanno a scuola e all’università, gli stipendi servono a vivere dignitosamente e molti di noi non possono fare affidamento su un reddito alternativo, perché hanno il coniuge che non lavora. Siamo rovinati e non sappiamo come andrà a finire”.

L’occupazione  durerà 24 ore su 24,  secondo un sistema di turnazioni che i manifestanti stanno tra di loro pianificando. Non è esclusa una manifestazione a Palermo nei prossimi giorni.

Se non arriveranno i trasferimenti utili al pagamento delle retribuzioni arretrate l’aula non sarà liberata. “Da qui non ci muoviamo”, affermano coesi e compatti.

Mascia Quadarella

 

 

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Giornalista