Marea
di Giusy Cancemi Di Maria
Mi parlò di amore
ma non seppe dirmi
che la felicità indossasse il suo volto
e avesse i suoi occhi
In quei vicoli d’Aretusa
conobbi l’incanto
che mi compromise il cuore
E dimenticai
che a forza di accendermi
e di spegnermi,
non si può fermare il mare
Ed io figlia dell’acqua
plasmai al suo il mio cuore di rena
nella terra di Ortigia
Non compresi
distanze
logiche o misure
ma volli percorrere
quel sentiero capovolto
tra la terra e il mare
il sogno e la ragione
il cuore e la mente
che segnava distanze
Ed io figlia dell’acqua
alla quale promisi ritorno
preferii le furenti maree
piuttosto che la morte
del cuore e della carne
Tra le mani
raccolsi me stessa
mille volte morta
per poi rinascere
E mai il mare mi fu così simile
quando pur di ritrovarmi
rischiai di perderlo
Come l’onda che sa
che deve schiantarsi
io mi schiantai
ed osai farlo
E straripai nei suoi occhi
per non morire
pur sapendo di morire.
Giusy Cancemi di Maria, originaria della zona Sud della provincia di Siracusa, oggi vive a Malta per ragioni lavorative. La sua sensibilità l’ha portata a vivere di e con poesia, tant’è che è presidente dell’associazione “La carovana degli artisti” e ideatrice del concorso nazionale di Poesia “Inchiostro e anima” alla memoria della poetessa netina di fine Ottocento Mariannina Coffa