Siracusa- Mentre le grandi coalizioni se lo contendevano, più o meno sfacciatamente, Massimo Milazzo, stasera, sembra aver stordito tutti con un post sui social attraverso cui dà libero sfogo al suo “sdegno” garbato verso i giochi di potere, che puntano sui numeri e non sulla qualità, più sulla spartizione delle poltrone piuttosto che sui progetti di rilancio della città.
E’ lucido, ma sensibilmente rammaricato, il noto penalista siracusano, fino a qualche ora fa in corsa come sindaco del capoluogo.
Il suo discorso sembra non fare una piega e tende ad indirizzare bene le coscienze: di candidati ed elettori.
Si toglie l’affanno di dosso, quello di correre a vuoto, per non vedere mai un traguardo, che lascerà tagliare ad altri, ma con la coscienza pulita di chi non vuole creare e crearsi illusioni.
La politica è una questione di calcoli, matematici, freddi, asettici. Nulla a che vedere con il romantico senso di civismo che spinge a scendere in campo, a sperare, a provarci e anche a tirarsi indietro, quando il cambiamento sembra davvero un miraggio.
Liquida tutti Milazzo, ma non si avverte l’atmosfera della resa, anzi sembra quasi una velata sfida.
I suoi possono apparire segnali di fumo, di quelli che segnano il cielo e lanciano messaggi che in pochi capteranno nell’immediato.
E’ un chiaro invito alla riflessione. Altro che “Siracusa riparte”, siamo punto e a capo…fermi se non addirittura proiettati indietro.
” Non ho registrato – scrive Milazzo – alcuna seria disponibilità ad un confronto sincero sui problemi di Siracusa e sullo studio dei rimedi e non ho colto alcuna volontà di cooperare davvero ed insieme nell’esclusivo interesse della città e della gente. Per converso, ho ricevuto da ogni parte proposte di poltrone in cambio di un mero apporto elettorale.
Poiché le poltrone non mi interessano, come insegna la mia stori, e poiché questa campagna elettorale per la scelta del sindaco e del Consiglio comunale non lascia presagire nulla di buono per la città, atteso che manca dappertutto un serio collante politico/programmatico e che l’unico legaccio raffazzonato che tiene insieme le forze politiche è quello della sommatoria di liste e possibili voti, ho deciso che dignità personale e coerenza politica impongono sia di non saltare su uno dei tanti carri elettorali sia di sottrarsi ad una poco edificante campagna elettorale, che partorirà soltanto rappresentanti litigiosi e incapaci di comprendersi e di lavorare insieme sulle tante necessità di Siracusa”.
Mascia Quadarella