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Mostra di McCurry a Siracusa poco accessibile ai disabili: un giovane porta a spalla giù per le scale l’amico in carrozzina

Siracusa- La bellezza, la purezza degli sguardi,  fonti emozionali immortalate, nel loro spontaneo fluire, nei ritratti del maestro contemporaneo della fotografia Steve McCurry, in mostra a Siracusa, sono state “offuscate” nelle scorse ore da una “pecca” organizzativa relativa al luogo dell’allestimento, sicuramente di grande pregio e suggestione, quale l’ex convento di San Francesco d’Assisi in Ortigia, ma purtroppo inaccessibile ai disabili in carrozzina, o comunque con gravi deficit della mobilità.

A fare concorrenza a quei meravigliosi visi di donna, dagli occhi penetranti, ieri c’è stato il  frame di una scena di commovente  umanità quotidiana, di quelle che sanno di “Libro cuore”, in cui un ragazzone possente decide di portare a spalla l’amico disabile su per le scale dello stabile antico che ospita la  rassegna, perché lo “scoiattolo”, messo a disposizione, in ritardo, degli utenti che ne avevano bisogno, si era scaricato ed era l’unica alternativa al montascale o alle pedane lungo tutto l’edificio che andavano predisposti prima dell’inaugurazione, se proprio di “turismo o meglio città accessibile” si vuole parlare.

Protagonisti della disavventura sono stati  un giovane disabile siracusano, Francesco Perez e il suo amico Simone Napolitano, dell’associazione “Angsa, Figli delle Fate” che,  impegnati in prima persona nella divulgazione della cultura dell’abbattimento delle barriere architettoniche materiali e culturali, non sono rimasti in silenzio, ma hanno fatto parlare le immagini, attraverso alcuni scatti postati sui social network, che hanno suscitato indignazione per il disagio subito e la dignità “mortificata”.

 “ Nell’organizzazione di manifestazioni culturali di questo tipo, la buona volontà non basta- dice Simone Napolitano-. Apprezzo l’impegno di Bernadette Lo Bianco per aver provveduto a verificare nei luoghi la disponibilità dello scoiattolo, ma sicuramente  ribadisco non è la soluzione che rende accessibile la mostra, che vale davvero la pena di essere vista e da tutti. Se fosse arrivata una comitiva di disabili in carrozzina,  mi chiedo, quanto tempo  si doveva attendere per rendere possibile lo spostamento di tutti i partecipanti? Se si verificasse una calamità come verrebbe garantita la possibilità di fuga anche a coloro i quali non possono contare sulle proprie gambe e si spostano sulle ruote? Si è mai pensato che alcuni disabili non possono essere trasferiti facilmente sullo scoiattolo, specie quelli con problemi alla spina dorsale?”. Sono queste le domande che Simone, a voce alta rivolge agli organizzatori e all’amministrazione comunale.

 “Quella mia  e di Francesco- dice Napolitano- non vuole essere una critica fine a  se stessa o solo per sterilmente polemizzare, ma è una denuncia  a tutti gli effetti che vuole meglio indirizzare l’organizzazione degli eventi in città. Se un luogo non è adatto a tutti, allora va scartato o adeguato, non possiamo creare esclusioni e emarginazioni se vogliamo parlare di una società civile”. 

D’altronde – aggiungiamo noi- anche papa Francesco ha scritto: “Una società è veramente accogliente nei confronti nella vita quando riconosce che essa è preziosa anche nell’anzianità, nella disabilità, nella malattia grave e persino quando si sta spegnendo”.

Mascia Quadarella

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Giornalista