Siracusa- Dopo alcune settimane di botta e risposta, a mezzo comunicato stampa, è arrivato il momento del chiarimento ufficiale, di persona, tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Siracusa e il prefetto Luigi Pizzi.
Al centro del dibattito il provvedimento emanato dal Prefetto con cui si vietavano i blocchi stradali nell’area industriale tra Siracusa ed Augusta, per finalità di sicurezza e non per vietare il diritto a manifestare o a scioperare, come la stessa Prefettura aveva fatto sapere, nei giorni in cui l’ordinanza è divenuta un “caso”, che ha tenuto banco nelle pagine della cronaca locale .
L’incontro fra le organizzazioni sindacali e la massima autorità territoriale si è svolto questa mattina.
I tre segretari Roberto Alosi Cgil), Paolo Sanzaro(Cisl) e Stefano Munafò (Uil), al termine dell’incontro, hanno ribadito la distanza emersa fra le posizioni, “anche se – sottolineano i segretari di Cgil, Cisl e Uil – è stato quantomeno instaurato un dialogo. In merito all’ordinanza, il prefetto difende la legittimità del provvedimento, noi diamo una lettura sociale che va nella direzione contraria – ribadiscono Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò -, tuttavia al di là del confronto netto, siamo entrati nel merito delle questioni anche per capire da dove scaturiscano le tensioni. In sostanza, confidiamo sul fatto, fermo restando la differenza di vedute, di avviare un ragionamento secondo il quale sia possibile affrontare il tema degli appalti a monte, per evitare il ripetersi di tensioni”.
Cgil, Cisl e Uil, dunque, auspicano un nuovo dialogo con il prefetto Pizzi “perché il tema degli appalti è la madre di tutte le battaglie e pur rimanendo fermi su posizioni che oggi sono alquanto lontane, siamo riusciti a parlarne e chissà che dal dialogo non emergano soluzioni al vero motivo per cui scaturiscono le tensioni sull’area industriale. Una cosa è certa: continueremo a chiedere interlocuzioni e sollecitazioni alla Prefettura, poiché siamo convinti che questa posizione ferma da parte del prefetto complichi le cose anziché risolverle. E noi chiediamo di risolvere un problema che rischia di diventare sociale”.