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Operazione Prometeo, un gruppo di parcheggiatori abusi i mandanti dell’incendio dell’auto di Garozzo

Siracusa – L’incendio dell’auto del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, che in diversi  ipotizzavano maturato negli ambienti politici, sarebbe stato organizzato, invece, da un gruppo di parcheggiatori abusivi, che svolgevano la loro attività irregolare in punti nevralgici di attrazione turistica del capoluogo, come quella adiacente il Teatro Greco, da qui la denominazione dell’Operazione “Prometeo”. Soggetti recidivi, che si erano sentiti pregiudicati dai provvedimenti presi dall’amministrazione comunale e le forze dell’ordine per contrastare il fenomeno di cui erano attori protagonisti, da diverso tempo e fino al buon fine dell’operazione.
Dall’istituzione del Daspo, alle attività condotte dalla Polizia Municipale con la collaborazione degli altri corpi militari e di polizia, le pressioni esercitate dai parcheggiatori erano incalzanti e si concretizzavano in “visite” e “pedinamenti” al primo cittadino e all’assessore alla Viabilità, Salvatore Piccione, che hanno ampiamente collaborato alla risoluzione del caso.
Le minacce, che sicuramente creavano allerta e tensione a chi le riceveva, poi si sono sostanziate nell’incendio della vettura familiare di Garozzo, sotto casa e di pomeriggio, intorno alle 18, orario “poco consueto” per gli atti intimidatori.
L’attività dei Carabinieri ha però consentito di evitare altri gesti e atti intimidatori, che quindi non erano direttamente gestiti dalla criminalità organizzata del territorio, sebbene l’unica donna arrestata fosse legata da vincoli di parentela a uno dei clan egemoni nel capoluogo.
Ieri, dunque,  sono state eseguite, dai Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa,  le ordinanze di misura cautelare a carico degli accusati, emesse dal Gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della locale Procura.
Destinatari dei provvedimenti sono stati: Andrea Amato, 36 anni; Francesco Mollica, 35 anni; Salvatore e Lucia Urso, rispettivamente di 58 e 37 anni.
I reati contestati sono quelli di tentata estorsione, in concorso formale e materiale, e danneggiamento, aggravati dall’aver commesso il fatto in più persone riunite e contro un pubblico ufficiale. Il provvedimento è stato eseguito con la custodia cautelare in carcere per i tre uomini, mentre la donna è stata assoggettata al regime dei domiciliari.
L’attività investigativa principale è stata sviluppata sulla captazione di intercettazioni telefoniche ed ambientali e nella ricerca dei relativi riscontri, tramite mirati interventi di osservazione, controllo e pedinamento dei sospettati e con le acquisizioni di elementi probanti dell’attività delittuosa attraverso le immagini registrate dalle numerose videocamere installate presso la zona delle illecite condotte.
Tra l’altro è emerso dalle indagini che tra gli stessi parcheggiatori, data la redditività del lavoro irregolare, ci fosse una certa concorrenza, tanto che a ruota segnalavano alle forze dell’ordine in maniera anonima, la presenza sul posto del concorrente, con l’obiettivo di toglierselo dai piedi per un poco e fare cassa senza doversi spartire gli introiti.
In merito agli esecutori materiali ancora l’indagine è in corso e vige il massimo riserbo.

Mascia Quadarella

 

 

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Giornalista