Augusta -Associazione a delinquere, frode fiscale, truffa finalizzata alla percezione di contributi pubblici, sono i capi d’accusa formulati dalla Procura della Repubblica di Siracusa, a seguito dell’indagine condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle aretusee, a carico di 2 imprenditori megaresi, sottoposti agli arresti domiciliari e di altri 5 indagati.
Le società coinvolte- una operante nel settore marittimo, l’altra in campo edile- erano impegnate nella realizzazione dell’approdo turistico nel Golfo Xifonio, di Augusta.
Da qui il nome dato dalla Guardia di Finanza all’operazione condotta dal febbraio 2017.
I particolari dell’inchiesta sono stati illustrati, questa mattina, nel corso di una conferenza stampa al Comando di via Epicarmo.
Il tutto sarebbe partito proprio da un controllo fiscale di routine, di quelli che il nucleo opera abitualmente. Ben presto all’attività di analisi dei dati sono state accompagnate intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno incastrato, in corso d’opera, i responsabili della costellazione di reati.
In pratica venivano gonfiate esageratamente, come avrebbe ammesso, tra l’altro, anche uno dei soggetti incastrati dalle intercettazion in un momento di trepidazione al telefono con uno dei complice, fatture per l’acquisto del materiale necessario alla realizzazione delle opere o per interventi mai realizzati, in modo da presentare una consistente rendicontazione per ottenere i contributi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Il progetto era stato destinatario di 8 milioni di euro. Per fortuna l’intervento degli uomini della Guardia della Finanza ha smascherato in tempo il piano delittuoso, bloccato dalla Procura che ha avviato il procedimento penale. A favore delle società era stata, infatti, liquidata la prima tranche dell’agevolazione, per un importo di 2 milioni 666 mila 400 euro, pari al 33,33% del totale preventivato.
Complessivamente, le opere infrastrutturali interessate dal sistema di false fatturazioni sono state quantificate in quasi 22 milioni di euro e riguardano sostanzialmente l’acquisto di palancole, la fornitura di blocchi in cemento e di pali-tubi incamiciati d’acciaio, nonché le operazioni relative al nolo a caldo dei mezzi marittimi ed i contratti di dragaggio.
Ad essere assoggettati agli arresti domiciliari sono stati i due amministratori delle società incriminate, mentre gli altri 5 soggetti coinvolti, a vario titolo, sono stati destinatari del divieto di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 10 mesi. Indagata, pare, un’ ottava persona non raggiunta da misure cautelari.
Gli uomini delle Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di somme di denaro, beni mobiliari e immobiliari per un valore complessivo di circa 7 milioni e mezzo di euro.
Mascia Quadarella