Siracusa- Coordinato da Marisa Meli, direttrice del Centro Studi Interdipartimentale Territorio-SviluppoAmbiente dell’Università di Catania, si è svolta nei giorni scorsi nella sede di Confindustria, una tavola rotonda sul tema delle bonifiche del Sito di interesse nazionale (Sin) di Priolo Gargallo. All’incontro, che è stato occasione di approfondimento e confronto sul tema ambientale, al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica, hanno preso parte: Marcello Farina, coordinatore del settore Bonifiche dell’ARPA di Siracusa; Sandro Olivieri di Syndial, che ha presentato le tecniche innovative di bonifica utilizzate dall’azienda che rappresenta e Angelo Grasso della Esso Italiana, che ha presentato i potenziali sostenibili interventi nella Rada di Augusta. Presente, anche, ai lavori Salvo Cocina, direttore del dipartimento regionale acqua e rifiuti della Regione Siciliana.
In particolare la relazione presentata Marcello Farina di ARPA Siracusa ha fatto chiarezza sui dati relativi ai suoli contaminati dell’Area SIN di Priolo.
L’area SIN di Priolo, secondo tali studi, attualmente ha una estensione di 5.814 ettari: di questi, 2134 ettari (il 37%) ricadono nella zona industriale e tutti sono stati caratterizzati. Dalle attività fatte dalle aziende della zona industriale risulta che 1740 ettari di aree non sono contaminate (l’82%), contro 394 ettari di aree che risultano contaminate (18%). Per 267 ettari contaminati sono stati avviati gli iter dei progetti di bonifica da parte delle aziende (68%), mentre per i restanti 127 ettari sono in corso, da parte del MinAmbiente, necessari approfondimenti tecnici sulla natura della contaminazione.
Per quanto riguarda le rimanenti aree di 3054 ettari di prevalente proprietà pubblica, la caratterizzazione è stata di 624 ettari per i quali sono in corso gli iter dei progetti di bonifica (20%).
Appare essenziale che si proceda quanto prima alla caratterizzazione dei suoli rimanenti di parte pubblica, anche allo scopo di delimitare correttamente l’area SIN che oggi appare sovra-dimensionata alla luce delle indagini già effettuate. Tale processo è ritenuto fondamentale se si vuole raggiungere l’obiettivo di avviare progetti di sviluppo compatibile nelle costituende zone economiche speciali (ZES).
Marcello Farina ha anche parlato delle nuove norme sul vincolo ambientale previste dal Decreto “Sblocca Italia”, in forza del quale possono essere messe in atto attività di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonché opere lineari necessarie per l’esercizio di impianti e forniture di servizi, a condizione che detti interventi realizzino opere di pubblico interesse e che non pregiudichino il completamento della bonifica, nè determinino rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Ha citato, in tal senso, il protocollo di Gela tra Arpa ed Eni per la realizzazione di opere minori presso la ex raffineria, dove mentre si bonifica si procede a realizzare gli investimenti programmati.
Angelo Grasso di Esso Italiana ha illustrato le attività pubbliche già poste in essere per definire lo stato attuale della Rada di Augusta, sottolineando come già nel 2009 i tecnici della Procura di Siracusa abbiano prospettato una soluzione sostenibile nel tempo che prevede il dragaggio dei soli sedimenti ancora “attivi” (circa 1 milione di metri cubi) situati in un’area di 70 ettari prospicente il Vallone della Neve. Per tutto il resto della Rada, stante la cessazione delle immissioni da oltre 25 anni e una velocità di sedimentazione stimata nell’ordine di 1 cm/anno si è potuto verificare che il nuovo sedimento ha sotterrato il vecchio in strati sempre più profondi (sediment burial) e lo ha ormai spinto fuori dall’ecosistema acquatico. I tecnici della Procura raccomandano, quindi, come soluzione tecnica più sostenibile (accettata dalle principali Agenzie Internazionali) il Monitored Natural Recovery (MNR), che controlla nel tempo la condizione di sicurezza “naturale” acquisita dal sedimento permettendo di confermare nel tempo il traguardo di un avvicinamento della Rada alla sua naturalità originaria.
Salvo Cocina, Direttore Dip. Acqua e rifiuti della Regione Siciliana, a conclusione dei lavori, mostrando interesse per la filosofia del Patto di Responsabilità sociale di Siracusa, ha confermato la volontà della Regione Siciliana di governare i processi di bonifica, di reperire le risorse finanziarie necessarie e di controllare e pianificare gli interventi pubblici per traguardare uno sviluppo sostenibile per l’intera regione.
E’ seguito un ampio e partecipato dibattito tra i molti presenti; sottoscrittori del Patto, deputati nazionali e regionali, aziende e sindaco di Augusta.