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Peculato, assolto albergatore che non versò tasse di soggiorno al Comune. Le reazioni

Siracusa- Una pena fino a 10 anni e 4 mesi di reclusione per peculato, è questo il grosso rischio corso da diversi albergatori italiani, alcuni dei quali già condannati,  per l’omesso o ritardato pagamento della tassa di soggiorno incassata dai propri clienti ai Comuni di riferimento.

Un rischio corso anche da diversi imprenditori siracusani. Tra questi, anche il titolare di un albergo a 4 stelle, che in balia di una crisi finanziaria, nel 2017, non aveva versato al Comune di Siracusa una somma piuttosto consistente e per questo era stato citato in giudizio.

Grazie all’intuizione e alla giusta interpretazione di una norma, di carattere tributario, contenuta nel corposo decreto sull’Emergenza Coronavirus, da parte dei suoi difensori legali, Ezechia Paolo Reale e Luca Partescano, l’uomo è stato assolto. Resta salvo il suo obbligo a saldare quanto prima il suo debito all’ente territoriale.

La sentenza è stata salutata con entusiasmo dall’associazione di categoria “Noi albergatori Siracusa, presieduta da Giuseppe Rosano:” “Continuiamo a raccomandare e ribadire la puntualità nei pagamenti. Ma laddove ci fossero problemi, e la pandemia da Covid-19 ne ha di sicuro creati tanti, agli albergatori soprattutto, credo fosse un po’ troppo – conclude – il rischio corso finora”.

Di altro avviso l’assessore al Turismo di Palazzo Vermexio, Fabio Granata:  “La tassa – continua Granata- la paga l’ospite e l’albergatore ha il dovere di incassarla e trasmetterla al Comune che se ne serve per una serie di servizi essenziali al turismo e alla Città. Insomma, credo che non si possa tollerare un implicito invito alla evasione e alla appropriazione di una somma peraltro incassata dai clienti e comunque indebitamente trattenuta: non mi sembra un bel segnale esprimere compiacimento e non si dà un bel segnale di trasparenza alla categoria”.

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