Siracusa- Presentato in uno dei prestigiosi palazzi nobiliari di Ortigia, Palazzo Blanco, ospiti dell’insegnante Anna Barone, che ne è la proprietaria, grazie all’organizzazione di Rita Lorena Scamporlino, “Elementi Guasti” l’ultimo libro di Antonio Interlandi, tenente colonnello dell’aeronautica Militare, nato a Floridia, che da diversi anni scrive romanzi. Con questo fresco di produzione è giunto al quarto.
La recensione di Mascia Quadarella
Il giallo diventa pretesto per ricostruire i pezzi di un puzzle scomposto, mentre si ricercano il o i colpevoli di un primo femminicidio vanno delineandosi profili di esistenze comuni, appiattite dalla quotidianità, adagiate sulla convinzione di aver trovato in amore l’incastro perfetto, quel pezzo mancante che li renderebbe apparentemente completi e funzionali.
Certi ingranaggi, però, non adeguatamente oleati e revisionati, nel tempo, rischiano di usurarsi, generando irreparabili black-out emotivi ed è così che “elementi guasti” riescono a mandare in fumo circuiti cablati, con fatica e sacrificio.
L’ultimo libro di Antonio Interlandi, “Elementi Guasti”, appunto, non vuole essere l’intrecciato racconto di uno o più tradimenti subiti e perpetrati dal protagonista e co-pratogonisti, bensì testimonianza di un declino delle relazioni sentimentali divenute, come molti componenti della società contemporanea, non più liquide ma gassose, evanescenti e ammorbanti. Come lo è il tradimento, potenzialmente letale, perchè stordisce le menti, anestetizza l’anima, paralizza il cuore e in alcuni casi lo pietrifica, generando nefaste metamorfosi comportamentali, che plasmano un io equivalente al peggio di sé, a quell’individuo che mai avresti voluto essere.
Il tradimento ribalta la carta dei valori, rivoluziona le priorità, ti marchia a fuoco, interrompe un ciclo.
L’amore, d’altronde, come ogni progetto, può subire modifiche, interruzioni e può saltare, come gli equilibri che ci si illudeva di aver creato.
Le relazioni amorose in molti casi si rivelano come una partita a poker, durante la quale, prima o poi, chi gioca a carte scoperte attorno ad un tavolo di bari, finisce per perdere la mano. Chi mistifica, infatti, gioca d’anticipo, nasconde gli assi nella manica, pianifica le strategie e spiazza l’avversario che, dato per scontato sin dall’inizio, va poi alla ricerca di una possibile rivincita rischiando di perdere se stesso.
“Elementi guasti”, tradotto anche in lingua inglese, è uno sfogo condiviso, una riflessione a viva voce, un vaso di pandora fatto di carta, da cui pagina dopo pagina affiorano, con linguaggio semplice e familiare, a tratti con una velatura di provocatorio e saccente maschilismo, i mali contemporanei, di cui poco ancora si tratta: le morti bianche sul lavoro o gli incidenti invalidanti, dettati dalla mancata adozione dei dispositivi di sicurezza, i drammatici traslochi post-separazione, la difficoltà di fidarsi di chi ci sta accanto, la leggerezza che viaggia sui social. Fenomeni che semplificati vengono metabolizzati dal lettore.
“Elementi guasti” punta l’accento sui dolorosi epiloghi delle relazioni amorose, lo fa da una prospettiva maschile e fa emergere la fragilità di chi un tempo era considerato il sesso forte, non rinunciando a dare una visione d’insieme più completa, sovrapponendo a quella del personaggio principale Mirko Mezzatesta quello di una figura femminile che parallelamente subisce gli effetti collaterali della sua esperienza negativa, espiandone addirittura le colpe. Il racconto testimoniale del protagonista che, come vedrete, coinvolge i suoi interlocutori sembra appunto annunciare e lo fa nel libro un destino comune a molti, se non a tutti, almeno una volta nella vita, dal quale è difficile sottrarsi; una profezia di mutazione da cui nessuno mai, nemmeno il più sicuro di sé può sentirsi immune…