Siracusa- “Vogliamo solo che le leggi siano attuate anche nel territorio siracusano per quanto attiene ai pazienti con disturbi o disabilità mentali, affinché siano loro garantiti i servizi sanitari e socio-assistenziali necessari a condurre una vita dignitosa”. Pazienti, quelli psichiatrici, che spesso diventano “invisibili”, “trascurati”, poiché assieme alle loro famiglie, non possono fare affidamento sui servizi pubblici che, specie a livello locale, risultano carenti su diversi fronti, da quello organizzativo a quello logistico.
In sintesi, è stata questa la piattaforma rivendicativa illustrata, questa mattina, a Siracusa, nel corso di un sit-in, organizzato in corso Gelone, poco distante dalla sede dell’Azienda sanitaria provinciale, dai pazienti con patologie mentali, i familiari e le associazioni del terzo settore che li sostengono.
A delineare con cognizione di causa, da addetto ai lavori, la situazione a Siracusa è stato Tati Sgarlata, noto psichiatra ed anche presidente dell’associazione regionale “Si può fare per il lavoro di comunità”.
“La Pandemia ha mostrato tutte quelle inadempienze che c’erano già in questo settore-spiega lo psichiatra siracusano-. E’ giunta l’ora che anche in Sicilia- continua Sgarlata- sia reso realtà il “Budget di Salute”, che consentirà ad ogni persona con problemi psichici di ottenere una risposta adeguata ai suoi bisogni e non alle strutture che abbiamo a disposizione”.
“Nello specifico a Siracusa il SPDC, il servizio di diagnosi e cura è chiuso da svariati mesi e i nostri pazienti devono migrare per le visite nelle vicine Avola ed Augusta o peggio ancora in altre parti della Sicilia. Il centro diurno è chiuso, anch’esso da mesi, perché pare non si riesca a risolvere un contenzioso sull’immobile che lo ospitava, e non esiste un ambulatorio psichiatrico, e questo sovraccarica di lavoro il personale medico e infermieristico oggi a disposizione, quando invece dovrebbe essere predisposto e reso operativo un “centro di salute mentale”, che prenda in carico i pazienti nella loro totalità. A questi pazienti bisogna dare risposte integrate ai loro bisogni sanitari, sociali e riabilitativi”.
Le associazioni giudicherebbero al momento insufficiente la risposta avuta dall’Asp di Siracusa, che comunque ha mostrato attenzione sulle problematiche esposte. Il sit- in, tuttavia, come risultato immediato avrebbe avuto quello di far convocare per domattina gli attori della Consulta dei familiari e delle associazioni di volontaria del settore.
Mascia Quadarella