Siracusa – La Sasol tenta di “socializzare” meglio con il territorio provinciale, che ospita anche i suoi stabilimenti, partendo dall’ottimizzare la comunicazione aziendale esterna.
Ieri, infatti, ha organizzato un convegno aperto al pubblico, in un noto albergo del capoluogo aretuseo, per illustrare i passi fatti finora verso la sostenibilità, ma anche quelli ancora da compiere.
Un traguardo ambito quello della sostenibilità, un po’ da tutti, quindi pure dagli industriali, da raggiungere per gradi e con costanza, favorendo quel processo di “decarbonizzazione” in grado di salvare l’ambiente, limitando l’impatto e le emissioni nocive, attingendo energia da fonti rinnovabili.
Un disegno mondiale, però, che non potrà essere realizzato se non tra oltre un cinquantennio.
Anche il vicepresidente nazionale della multinazionale sudafricana di prodotti chimici e energetici integrati, Sergio Corso, in prospettiva, ha ammesso di sognare un futuro quanto più possibile “green”.
Nel corso del suo intervento, ieri, ha voluto dimostrare come spesso la percezione dell’industria, da parte delle popolazioni residenti nell’area del petrolchimico, soffermandosi su quello del Siracusano, sia in qualche modo distorta dalla cattiva o dalla mancata comunicazione, spesso affidandosi persino al passaparola, favorendo la diffusione “deleteria” quanto capillare delle fake news, o false notizie. Quelle pseudo informazioni che non si fondano su dati oggettivi, statistici, praticamente inconfutabili, bensì su illazioni, alcune volte destituite di fondamento scientifico e artatamente costruite.
Il vice presidente si è detto a tal proposito disponibile a non calare dall’alto i numeri che identificano l’attività della società per conto di cui agisce, ma di analizzarli pubblicamente, per giungere a ragionamenti condivisi, in modo che la riflessione collettiva consenta di trarre conclusioni quanto più vicine alla realtà dei fatti.
Il vice presidente ha ricordato che l’industria deve considerare ,nell’attuazione della propria mission, 4 aspetti fondamentali: sociale, ambientale, economico e istituzionale. Aspetti, che lui definisce pilastri, che non possono essere trascurati e che se ben coniugati tra di loro possono ritornare a fare considerare l’Industria un bene comune, per tutti e non il “nemico” brutto e cattivo.
Accanto ai vertici di Sasol Italy, Filippo Carletti e Sergio Corso, e al moderatore Giuseppe Sabella, direttore di Think-industry4.0, hanno partecipato al dibattito i segretari confederali con delega all’industria di Cgil e Cisl, Vincenzo Colla e Angelo Colombini, nonchè Michele Tartaglione di Uil Nazionale; i segretari generali del settore chimico di Cgil e Cisl, Emilio Miceli e Nora Garofalo, Maurizio Don della segreteria nazionale Uiltec e i rappresentanti delle associazioni datoriali, Andrea Bianchi, direttore delle Politiche industriali di Confindustria e Andrea Piscitelli, direttore delle Relazioni industriali di Federchimica.
“In questa giornata – ha continuato Sergio Corso– abbiamo deciso di condividere i risultati della nostra Responsabilità Sociale d’Impresa in modo aperto e trasparente con i nostri principali stakeholder. Consideriamo la Sicilia una Regione strategica, e vogliamo programmare un futuro imprenditoriale solido. Per questo abbiamo in cantiere investimenti per oltre 38 milioni di euro entro il 2019, e prevediamo di realizzare progetti di analoga dimensione nei prossimi tre anni. Parallelamente, non smettiamo di puntare sulla ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie: 10 milioni di euro sono stati destinati negli ultimi tre anni all’attività di ricerca e circa 4 milioni di euro sono in programma per l’anno in corso”.
“Misure – concludono – che andranno a migliorare quanto già fatto negli ultimi anni: meno 96% di emissioni di composti solforati, meno oltre 80% di emissioni diffuse e fuggitive, e meno 71% di emissioni di ossidi di azoto. Un impegno continuo, con le migliori tecnologie disponibili, nel rispetto dell’ambiente, del benessere economico della comunità e della sicurezza dei nostri dipendenti”.
Mascia Quadarella