Siracusa- Descrivono lo scenario da “emergenza sanitaria”, dovuta al conferimento scriteriato dei rifiuti, che caratterizza, ormai, gran parte delle zone periferiche del capoluogo, da Tivoli a Tremilia e che non risparmia aree più centrali, tre dei cinque consiglieri del Movimento Cinque Stelle al Consiglio comunale, Chiara Ficara, Francesco Burgio e Moena Scala.
I portavoce pentastellati, infatti, in una nota invocano l’aiuto dell’esercito, e lo fanno non tanto per un’esagerazione, bensì proponendo uno strumento di contrasto al fenomeno già testato in altre località italiane, colpite dallo stesso problema.
“La misura è colma! Adesso – premettono- non è soltanto a rischio il decoro urbano, già peraltro gravemente compromesso, ma anche la salute dei cittadini. Cumuli di rifiuti domestici, sfalci di potatura, residui solidi derivanti da lavori di ristrutturazione, ogni tipo di arredo dismesso, decorano impunemente le vie della nostra città, dalla periferia al centro, in una cornice drammatica da girone infernale. Senza troppi giri di parole, siamo in piena emergenza sanitaria. Assistiamo, inermi e indifesi, al proliferare per le vie della città di ratti di dimensioni spropositate che ritrovano in questo scenario il proprio habitat naturale, con grave pregiudizio per la sicurezza e salute dei siracusani”.
“Prima ancora della ricerca delle cause- sottolineano- nella palese incapacità di porre autonomamente rimedio, seppur con lodevoli iniziative, dalle video trappole all’intensificarsi dell’azione repressiva delle forze dell’ordine, si rende necessario e non più procrastinabile l’intervento degli uomini dell’esercito, iniziativa peraltro già adottata sul territorio nazionale in analoghe situazioni emergenziali, a tutela della salute pubblica”.
“Si richiede – propongono- pertanto al primo cittadino, attraverso il coinvolgimento del prefetto, di porre in essere, con immediata sollecitudine, tutte le azioni necessarie per scongiurare l’emergenza sanitaria e sopperire alle evidenti criticità della situazione in essere. Questa volta, auspicando, “prima che ci scappi il morto!”.
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