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A Siracusa crollo delle nascite: le “cicogne” vengono tenute alla larga. Crisi della culla proporzionale a quella occupazionale.

Le “cicogne” in via d’ estinzione a Siracusa, dove si registra una grave e forse “irreversibile” crisi delle culle. Quello siracusano è un popolo che invecchia e non si rinnova, demograficamente parlando. A lanciare l’allarme è il consigliere comunale Salvo Sorbello che, statistiche Istat alla mano, ha analizzato il netto decremento, riferito agli ultimi anni, delle nascite nel capoluogo, dove sempre meno coppie decidono di mettere su famiglia, e molte delle quali non certo per libera scelta, bensì per coscienza, non essendoci ormai per tanti giovani le opportunità lavorative e i guadagni di un tempo per affrontare certe spese per il mantenimento di un figlio. La precarietà e le carenze occupazionali incidono direttamente sulla voglia di maternità e paternità, soffocandole, in assenza di uno stato assistenziale in grado di sostenere la genitorialità. Il mancato ricambio generazionale, purtroppo, non fa presagire un futuro roseo, in una città che rischia di avere tantissimi nonni,  però senza nipoti .
“Gli ultimi dati Istat –scrive Sorbello- confermano purtroppo una situazione che sarebbe davvero riduttivo definire preoccupante. Quelli di Siracusa poi sono ancora più seri: nel 2017 ci sono stati soltanto 798 nati (nel 2016 erano 956 e nel 2015 1029) e 1242 morti (nel 2016 1113 e nel 2015 1216), con un saldo naturale negativo di 444 siracusani ed un calo delle nascite in soli due anni di circa il 22 per cento!Anche l’età media sta salendo rapidamente, da 39,1 del 2002 a 43,6 del 2017 e l’indice di vecchiaia, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione ed è costituito dal rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni, è passato da 99,1 a 145,8””.
“Il calo delle nascite – continua il consigliere comunale e dell’Anci- distrugge la speranza di futuro e bisogna tenere anche conto che la generazione dei baby bomber sta invecchiando ed è quindi già impossibile che la natalità cresca in modo tale da compensare l’aumento della mortalità che naturalmente ci sarà, per l’aumento degli anziani. Eppure tutti gli studi indicano che i nostri giovani vorrebbero avere due figli!”.
“Da ultimo responsabile nazionale dei Comuni italiani – ricorda Sorbello- per la famiglia mi sono battuto affinché ci si renda conto che quello della famiglia non può essere considerato un settore d’intervento da aggiungere agli altri, perché ogni ambito di vita della comunità cittadina dai trasporti al lavoro, dalla scuola ai servizi sociali, all’urbanistica, ai lavori pubblici, deve avere la famiglia come soggetto di riferimento. E molti Comuni italiani si stanno attivando, con riscontri molto positivi, dopo aver evidenziato i motivi per cui si fanno molti meno figli (sia rispetto agli altri Paesi sia rispetto a quanto desiderato dalle coppie stesse) e delle gravi conseguenze che l’accentuazione degli squilibri demografici produce sul nostro futuro.
“Anche la relazione del difensore comunale – chiude Sorbello- dell’infanzia ha evidenziato come, invece, a Siracusa non si guardi con sufficiente lungimiranza al nostro futuro”.

Un futuro a cui, forse, la gente non pensa più, indaffarata come è costretta ad esserlo, per sopravvivere al presente, poco generoso.

Mascia Quadarella

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Giornalista