Siracusa – E’ stato lontano dalle scene politiche a lungo l’ex primo cittadino di Siracusa, Roberto Visentin , ma “l’affaire” Teatro Massimo comunale, ha sicuramente smosso in lui la voglia di ritornare a farsi sentire, almeno in quelle materie in cui si sente forte dell’esperienza professionale, prima ancora che amministrativa, che ha alle spalle. Così non ci sta a rimanere in silenzio alla replica del vice sindaco, Francesco Italia, al quale ieri aveva indirizzato una sorta di cronistoria degli interventi che hanno portato al recupero dello storico edificio ortigiano, rivendicando la paternità delle precedenti giunte comunali di importanti provvedimenti che hanno condotto all’inaugurazione, avvenuta dopo 58 anni di attesa, durante le festività natalizie. “Resta il fatto che il vicesindaco – afferma Visentin- ancora una volta non ha risposto agli interrogativi posti e cioè: quali interventi sono stati fatti dall’amministrazione attuale? Quanto sono costati? Perché si è aspettato oltre tre anni per riaprire il teatro? ”
” Italia – continua l’ex sindaco- fa, invece, altre considerazioni che dimostrano la sua scarsa conoscenza dell’iter di tutti i lavori e secondo quanto apparso su alcuni giornali dichiara: “se dobbiamo andare a puntualizzare nel dettaglio chi ha fatto cosa, a molti converrà probabilmente mantenere un silenzio discreto e salvare la faccia”.
“Ebbene – affonda Visentin, che ha detenuto in passato anche la rubrica assessoriale al centro storico- lo invito a farlo. Dovrebbe sapere che da sempre la quantità di lavori eseguiti si misura su un unico parametro: i loro costi, e quelli riportati nella mia precedente dichiarazione alla stampa sono dati riscontrabili. Preciso, che le opere che denuncia essere state eseguite male (antincendio e corpi illuminanti vari) rientrano all’interno dei lavori diretti dal Prof. Meli; lavori che sono stati regolarmente collaudati e accettati da una commissione di collaudo nominata dalla Regione, che ha rilasciato il certificato di collaudo il 6 ottobre 2010″. ” In assenza di tale certificato- sottolinea Visentin- non si sarebbero potuti appaltare ed eseguire i lavori di completamento durante la mia sindacatura. Inoltre, chiamala come vuoi, ma resta che il Teatro, nell’ottobre 2013, è stato utilizzato da diverse persone per la presentazione internazionale di un profumo in mancanza del certificato di collaudo tecnico-amministrativo dell’ultima tranche di lavori, poiché le relative operazioni sono a oggi ancora in corso; mentre la consegna delle opere dall’impresa all’amministrazione risale solo a pochi giorni fa e quindi fino a tale data il Teatro era da considerare legalmente un cantiere nella disponibilità dell’impresa esecutrice dei lavori. Come hanno fatto a utilizzare il Teatro e a far eseguire da altri i tanto declamati lavori extra in mancanza di un verbale di consegna? E poi anche se mancavano dei corpi illuminanti era necessario impiegare oltre tre anni per acquistarli e metterli in opera ? Restano sempre senza risposta gli interrogativi posti.