Siracusa- Ruota intorno all’infedeltà, al femminile, lo spettacolo teatrale “Donne Amare” che sarà messo in scena, stasera alle 19.00, dalla compagnia Trinaura Teatro al teatro Akradina, in via Italia. La regista Tatiana Alescio proporrà quattro novelle di Giovanni Verga, tratte da “Vite dei campi”: “L’amante di Gramigna”, “Jeli il pastore”, “Cavalleria Rusticana”, “Pentolaccia”. Sembra che il tradimento, che lega storie di vita diverse, sia il mezzo con cui le donne condiscano la “vendetta” sugli uomini cui sono state promesse. E loro, diventati le “vittime” non esitano a rivalersi usando la violenza, per farsi “giustizia da sé, reagendo con la violenza . Nella versione rivisitata dalla regista però hanno una reazione differente, rispetto a quella narrata da Verga: alla rivalsa fisica si cercano altre soluzioni , da un sapiente alternarsi di gesti e parole fino al silenzio, che ripaga il grave atto subito. E’ come ricordare che c’è sempre un’alternativa alla mortificazione del corpo e che si puo’ sempre scegliere di andare via o lasciare andare.
Non è casuale la scelta del teatro in cui gli attori si esibiranno. Le storie si intrecceranno, infatti, in un contesto culturale popolare, dove il valore pedagogico del teatro sarà enfatizzato e al contempo si ritornerà a far godere questa forma di arte anche a chi non può permettersi poltrone a pagamento.
“Il tema scelto, l’infedeltà, invece sembra essersi rivelato da solo. ” Questo spettacolo -spiega la regista- viene concepito nel 2016 per inaugurare “Le verghiane” a Vizzini. Prima avevo già curato la regia di altri testi teatrali dell’autore siciliano , ma non sono tanti, così per variare, ho scelto un tema, la donna, e ho trasposto quattro novelle che raccontassero da diverse prospettive l’universo femminile. Mi sono resa conto che su quattro novelle selezionate, in tre era ricorrente l’elemento infedeltà: allora ho ampliato ed indirizzato la mia ricerca verso questa direzione e ne ho trovato una quarta, così che il quadro fosse più completo e armonico e la durata della messinscena ideale”.
Trattando della differenza tra l’infedeltà al maschile e al femminile, così risponde: “ Non mi è esattamente chiaro l’universo maschile, ma posso parlare di quello femminile come ricco di sfaccettature, al punto che è impossibile tracciare un identikit caratteriale universale della donna traditrice. La donna, nella maggior parte dei casi, tradisce con la convinzione e la speranza di voler creare una relazione stabile, una famiglia, per “regolarizzare” la sua posizione. Questa prerogativa nell’uomo raramente è presente, dunque il tradimento è più fine a se stesso”.
“Gli amanti di oggi – risponde alla nostra domanda Tatiana- hanno vita certamente più facile. I mezzi tecnologici aiutano molto la socializzazione, le relazioni sono più dirette e le possibilità di conoscenza infinite. Posta questa premessa – conclude – in sintesi, munnu ha statu e munnu sarà, come dicevano i nostri nonni in dialetto scililiano “ mondo è, mondo è stato e mondo sarà!”.
Quello del teatro è un linguaggio “ magico”, che usa mezzi diversi, assemblati fra loro, per arrivare alla gente, da qui l’esigenza della regista di utilizzare dialoghi essenziali, con concetti semplici , per fare arrivare i contenuti al pubblico con facilità, senza troppi “tecnicismi”.
“Io tento di superare le difficoltà di comunicazione- dice- affidandomi ad una dialettica universale, che non sia banale e neanche elitaria; racconto storie privilegiando il ruolo fondamentale della parola e tralasciando ai margini la componente tecnica, come gli effetti sonori e luminosi”.
E’ in Peppa donna protagonista ne “L’amante di Gramigna”, una delle quattro novelle rappresentate, il personaggio in cui Tatiana Alescio crede di rispecchiarsi un po’ di più: “Peppa spezza il cuore di Finu a cui è sposa promessa, ma almeno è onesta. Dopo aver lasciato Finu, si voterà a qualunque sacrificio per Gramigna e a lui resterà per sempre fedele”.
Cinzia Giddio