Augusta- “Unionports condivide le preoccupazione espresse , in occasione di un incontro con il presidente della Autorità portuale Andrea Annunciata , dal presidente di Confindustria Diego Bivona e dal responsabile della sezione Logistica ed Economia del Mare della stessa Confindustria Mimmo Tringali, sulle sorti del porto di Augusta se non si accelera il processo di infrastrutturazione, a partire dalla realizzazione del deposito di GNL.”
A dichiararlo è Davide Fazio, presidente di Unionports, l’associazione imprenditoriale fra operatori del porto di Augusta.
“E se entro il 2025 il porto di Augusta non si doterà delle infrastrutture per continuare ad essere definito Porto Core – continua Fazio – esso potrebbe uscire dai grandi circuiti di navigazione nel Mediterraneo , mare su cui transita il 20 per centro del traffico marittimo mondiale e oltre 400 miliardi di euro di export italiano. Una di queste infrastrutture individuiate dalle direttive europee per mantenere la qualifica di “Core” è l’esistenza , entro il 2025 di un deposito GNL ( Gas Naturale Liquefatto) per l’approvvigionamento energetico delle navi nel Mediterraneo, dato che il GNL è stato individuato dalla tecnologia e dal mercato dei trasporti come il combustibile del futuro, anche per le sue caratteristiche di ecosostenibilità”.
“Come organizzazione di addetti ai lavori confidiamo sulla operatività della Autorità Portuale di Augusta per il raggiungimento dell’obbiettivo GNL . “ Ci dichiariamo – sottolinea Fazio- fin da adesso disponibili a collaborare con tale Autorità magari istituendo un tavolo operativo per la realizzazione del progetto per il quale lanciamo un grido di allarme circa il silenzio e le ostilità che si stanno creando attorno a questa grande opportunità. Senza GNL niente porto Core e senza porto Core grandi saranno le difficoltà per il porto di Augusta e delle aziende e dei servizi che si avvalgono del porto stesso, a partire dalle grandi industrie.”
“La mancata infrastrutturazione del Porto di Augusta, con il GNL ma anche con altre opere, può significare il declino del più importante porto siciliano da cui parte la maggioranza dell’export dell’isola. Lanciamo un appello alle istituzioni come anche alle rappresentanze degli operatori della logistica integrata , poiché senza sviluppo del porto va in crisi tutto il sistema del trasporto mercantile. Facciamo in fretta. Creiamo un tavolo permanete di attenzione al tema. Il 2025 arriva fra sei anni! “