Siracusa – Sterpaglie, che in alcuni punti sfiorano anche quasi il metro di altezza, tra le quali si annidano spazzatura e topi di grosse dimensioni, pulci, zecche, insetti di ogni tipo, si estendono tra le case popolari di via Immordini e Via Italia 103, facendo venire meno le condizioni di sicurezza, per il rischio incendi, oltre che quelle igienico sanitarie.
I residenti dell’area, densamente abitata, di Acradina non ci stanno ad essere trattati da cittadini “non classificati” e scendono in strada a rivendicare la bonifica dei luoghi.
Questa mattina, infatti, nella piazzetta Scamporrino, lo scorso anno decorata a festa con stupendi murales artistici, e attorno alla quale erano stati tracciati i percorsi “aromatici”, è tornata a diventare emblema del degrado, che regna sovrano nelle periferie della zona alta di Siracusa. C’erano anziani, oggi, ma anche madri e padri e gli instancabili consiglieri della circoscrizione a rivendicare interventi dell’ amministrazione cittadina per far rientrare la situazione di pericolo.
“ Che l’amministrazione tolga il denaro a quelle ditte che si rendono inadempienti – ha esordito con enfasi il consigliere Vincenzo Sapia- mettendo a rischio la salute di noi residenti e dei bambini che qua giocano ancora in strada, non avendo alternativa”.
“Qui c’è gente perbene- precisa il consigliere- che vive nel rispetto delle regole civili e non è giusto esporre a certi rischi la cittadinanza, per poi essere pronti a riscuotere le tasse, come quella per i rifiuti. Qui siamo in mezzo alla spazzatura, che il sindaco provveda a fare bonificare i luoghi”.
“ Non dobbiamo aspettare un decoro-day- sottolinea Paolo Bruno- per avere le minime condizioni di sicurezza in questa piazza, che ormai sembra aperta campagna. Qui c’è il rischio che il vetro di una bottiglia, e ce ne sono tanti di cocci, si surriscaldi e generi un incendio, e vista la mole di erbacce secche sarebbe deleterio. E’ inutile che spargono prodotti insetticidi e contro i topi se prima non diserbano.
E’ assurdo che i bambini a momenti debbano giocare tra i topi, che già costringono i residenti a rimare chiusi in casa. “ L’altra sera- racconta Stefano De Simone, un residente- non capivo perché il mio cane abbaiasse, guardando sotto il portone. Ebbene aveva intercettato un ratto grosso quanto una lepre, e abbiamo constatato che ce ne sono tantissimi. Perché dobbiamo subire queste mortificazioni e negazioni dei nostri diritti? I diritti li ricordano solo quando vengono a chiederci i voti? Ma si mettano nei nostri panni quando devono risolverli i problemi, no che ci ignorano ogni istanza. Qui siamo in un mondo a parte, dimenticato, calpestato”.
Mascia Quadarella